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Regione, il dietrofront sul ruolo unico «dopo l'avvertimento del governo»

REGGIO CALABRIA «L’abrogazione dei commi 1,2,3 dell’articolo 1 della legge che prevedeva la creazione del ruolo unico senza differenza tra personale della giunta e del consiglio ai fini del conteni…

Pubblicato il: 10/03/2015 – 18:16
Regione, il dietrofront sul ruolo unico «dopo l'avvertimento del governo»

REGGIO CALABRIA «L’abrogazione dei commi 1,2,3 dell’articolo 1 della legge che prevedeva la creazione del ruolo unico senza differenza tra personale della giunta e del consiglio ai fini del contenimento della spesa regionale, rappresenta la conseguenza naturale rispetto ad un provvedimento frettolosamente approvato, che, già ad una prima lettura, come da noi evidenziato, presentava forti dubbi di costituzionalità». Ad affermarlo è il capogruppo della Cdl in Consiglio regionale, Francesco Cannizzaro. «È successo – aggiunge – quello che era prevedibile. La legge abrogativa del ruolo unico, infatti, si è resa necessaria dopo che il dipartimento Affari regionali del Ministero aveva informato la presidenza del Consiglio regionale che il Consiglio dei ministri avrebbe potuto sollevare una questione di legittimità costituzionale. Va da sè, infatti, che tale legge (la 3/2015), in quanto legge ordinaria, non può abrogare o modificare lo Statuto della Regione Calabria nel quale, tra l’altro, è codificato il principio dell’autonomia funzionale gestionale e contabile del Consiglio regionale».
«Proprio per queste ragioni – prosegue Cannizzaro – ancor prima che la legge venisse licenziata dall’Aula e, quindi, gia’ nel momento in cui prendeva corpo l’ipotesi di congiungimento dei ruoli, non ho esitato ad esprimere forti perplessità sull’utilità reale di tale provvedimento. E ciò sia per il rispetto che si deve all’autonomia del Consiglio regionale, che ha radici culturali e storiche e che trova il suo fondamento nello Statuto, sia per la fattibilità reale di realizzare risparmi sulla spesa regionale, come, invece, ci volevano far credere il presidente della giunta Oliverio e la sua maggioranza che hanno continuato a perseverare nel loro intento, senza alcuna apertura al dialogo e alla riflessione, come l’importante materia avrebbe richiesto. Fino al passo indietro di ieri, sotto gli occhi dei calabresi, e dopo il “richiamo” proprio del governo “amico”».

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