REGGIO CALABRIA Sono undici le persone finite in manette nell’ambito dell’operazione Bucefalo della Guardia di Finanza, scaturita dall’indagine della Dda della Reggio Calabria che ha svelato l’ombra dei Piromalli dietro l’impero commerciale degli Annunziata, famiglia di imprenditori di Gioia Tauro cresciuta esponenzialmente dagli anni Ottanta ad oggi, il cui patron Alfonso – oggi finito in manette insieme alla moglie, alle figlie e ai generi, più una serie di altri soggetti accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, contraffazione, frode in commercio, ricettazione e vendita di prodotti industriali con segni mendaci – gli inquirenti è una storica testa di legno del clan Piromalli.
Per i pm Roberto di Palma e Rosario Ferracane che hanno coordinato l’indagine, è infatti solo allo storico capoclan giuseppe piromalli che si deve la rapidissima ascesa dell’imprenditore Annunziata, nel giro di pochi anni trasformatosi da ambulante in proprietario del più grande centro commerciale della Calabria e tra i primi del Sud Italia. Un’evoluzione imprenditoriale declinata nel segno dei Piromalli che hanno materialmente comprato il terreno su cui è stato costruito il primo capannone dell’Impero Annunziata – acquistato dall’allora capocosca Giuseppe Piromalli (classe 1945), ma intestato all’imprenditore – e materialmente costruito tramite le proprie imprese tutte le strutture.
Negli anni successivi, Annunziata avrebbe corrisposto al potente clan della piana una periodica tangente per assicurarsi protezione dalle cosche “concorrenti” e la possibilità di imporsi sul mercato come monopolista, ma non solo. Per i pm Di Palma e Ferracane, parallelamente alla crescita imprenditoriale di Annunziata, è cresciuto il suo peso criminale nella galassia Piromalli. Da imprenditore vittima dei soprusi dei clan, costretto a chiedere il permesso per tornare a Gioia Tauro, Annunziata si è progressivamente trasformato prima in un concorrente esterno, che ha permesso la crescita del sodalizio mettendogli a disposizione le proprie imprese e il proprio tempo libero – intercettato, lui stesso ammette di essere stato per lungo tempo impegnato a intrattenere il boss latitante Giuseppe Piromalli lunghe partite a carte – quindi in un vero e proprio referente dei Piromalli nella grande distribuzione, cui altri imprenditori si rivolgevano per sapere come “comportarsi” a Gioia Tauro.
Eseguita dagli uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza, con il supporto del Nucleo speciale di Polizia valutaria e dallo Scico di Roma, l’operazione, nel corso della quale sono state effettuate 26 perquisizioni in Calabria, Campania e Toscana ha portato anche al sequestro di 12 società e beni per un valore di 210 milioni di euro.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
x
x