CATANZARO Il termometro segna cinque gradi, una pioggia fitta e gelata cade dal cielo e un vento insistente non accenna a placarsi. Questo è il clima con cui Catanzaro ha accolto, oggi, Francesco Caruso, arrivato nella città dei tre colli per la sua prima lezione agli studenti del corso di Sociologia dell’ambiente e del territorio dell’Università Magna Graecia.
Stupisce, è evidente, che il fatto che un docente tenga una lezione, faccia notizia, ma il “caso Caruso” è particolare: la sua nomina, a seguito dell’espletamento delle procedure di un pubblico concorso presso l’ateneo catanzarese, aveva suscitato le perplessità – o per meglio dire, le ire – di Ivan Cardamone, presidente del consiglio comunale di Catanzaro ed esponente di spicco di Forza Italia in città, che con una nota affidata alla stampa poneva dei dubbi sull’opportunità di assegnare una cattedra dell’Università di Catanzaro a un ex “no global” che in passato si definì «sovversivo a tempo pieno».
E proprio la questione del “curriculum politico” sollevata da Cardamone fece insorgere anche il Coisp, un sindacato di polizia, che senza mezzi termini chiosava sull’evento così: «Una nomina francamente inspiegabile, una designazione che ci indigna e ci preoccupa per la ricaduta che potrebbe avere sugli studenti dell’ateneo catanzarese. A parlare chiaro è il curriculum del signor Caruso».
A questa presa di posizione, aveva quindi fatto seguito l’annuncio di proteste di piazza a difesa delle istituzioni da parte proprio del Coisp. E così è stato.
In maniera più simbolica che concreta, complice anche il maltempo di cui sopra, il sindacato ha accolto Caruso con un ramoscello d’ulivo (a cui originariamente si sarebbe voluto allegare un estintore, provocatorio richiamo alla vittima-simbolo del G8 di Genova Carlo Giuliani), portato da due belle ragazze che indossavano un cartello su cui campeggiava la foto del professore e la scritta: «Il sindacato di polizia Coisp dà il benvenuto al prof. Caruso. Le auguriamo di trasmettere ai suoi allievi i principi di ordine e legalità, base della società». Di fianco alle giovani ragazze-immagine, Giuseppe Brugnano, segretario provinciale del Coisp, Ivan Cardamone ed Eugenio Riccio, consigliere comunale e fedelissimo del sindaco Sergio Abramo.
«Questa manifestazione – ha spiegato Brugnano – vuole essere un modo cordiale per accogliere il professor Caruso. L’estintore, che avevamo annunciato ieri, non lo abbiamo portato perché quella era una provocazione che lasciamo a chi, in passato, ha inteso utilizzarlo per manifestare, anche incappucciato. Il nostro è un dissenso sull’etica e sulla moralità, non si tratta di questioni ideologiche o di partito. Non contestiamo assolutamente l’autonomia universitaria, ma il modo che Caruso ha di intendere lo Stato, secondo noi non è proiettabile all’interno delle università».
Si diceva di una protesta più simbolica che concreta perché, è qui che forse la vicenda incomincia ad assumere toni vagamente kafkiani, il presidio del Coisp non ha incontrato Caruso ma si è fermato a circa 500 metri dalla sede di Sociologia per evitare che si rischiasse di alzare i toni. E forse anche per non dover discutere con i colleghi della Digos, posti dalla Questura a servizio d’ordine dello stesso Caruso e della sua lezione. Insomma, poliziotti che difendono un professore da altri poliziotti che lo hanno attaccato.
Dal canto suo, Caruso, ha dedicato pochissime battute alla vicenda, non disdegnano un pizzico di tagliente ironia: «Un sindacato di polizia che pretende di mettere bocca su chi debba insegnare all’università è uno scandalo dal punto di vista degli elementi fondamentali della democrazia e della convivenza civile. Spero che si iscrivano a Sociologia per apprendere come si suddivide la società: le forze dell’ordine dovrebbero essere preposte a creare l’ordine, non il disordine. Sulle critiche che mi sono state mosse, credo che il sapere critico possa essere utile: ognuno può professarsi buddhista o cattolico, di destra o di sinistra, tifoso del Napoli o della Salernitana, l’importante è che ci sia l’attenzione alla conoscenza. Il nemico è uno: l’ignoranza».
Poi una chiusura sulla protesta: «Non mi aspettavo questa accoglienza proprio dalle forze dell’ordine: forse hanno bisogno di visibilità, se uno vuole fare polemica, può farlo su tutto. Chiunque, anche gli esponenti politici, possono esprimere la propria opinione, ci mancherebbe, però poi le scelte sono operate dagli organismi preposti a tale compito”».
E gli studenti? Coloro ai quali Caruso dovrà trasmettere il suo sapere, hanno accolto il nuovo professore tra gli applausi. In più, un striscione eloquente – “Fuori la polizia dall’università” – e un volantino, prodotto da un gruppo che si firma “Sociologia critica”, in cui si legge: «Basandoci su un’idea di università autonoma, rimandiamo al mittente il sarcastico benvenuto del Coisp. La critica sociale è parte integrante della sociologia stessa e mettere in discussione le fondamenta di questa società, non significa corrompere o plagiare le menti dei giovani, bensì fornire loro gli strumenti di analisi e azione che ogni cittadino, e ancor di più ogni sociologo, deve avere».
Intanto il quarto d’ora accademico è scaduto, la lezione può cominciare. Per i prossimi sei mesi, Francesco Caruso sarà un docente della Magna Graecia.
Alessandro Tarantino
redazione@corrierecal.it
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