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Vertice Oliverio-Lorenzin, è Ciccarelli l'asso nella manica

CATANZARO Oliverio, stavolta, la verità vuole saperla direttamente da Beatrice Lorenzin. È tuttora in corso a Roma, nella sede del ministero della Salute, un incontro tra il governatore e la t…

Pubblicato il: 12/03/2015 – 12:57
Vertice Oliverio-Lorenzin, è Ciccarelli l'asso nella manica

CATANZARO Oliverio, stavolta, la verità vuole saperla direttamente da Beatrice Lorenzin. È tuttora in corso a Roma, nella sede del ministero della Salute, un incontro tra il governatore e la titolare del dicastero, per fare finalmente la quadra sul prossimo commissario ad acta alla Sanità. Oliverio, arrabbiatissimo per come il governo ha finora condotto i giochi in un settore nevralgico nella vita della regione, non ci sta più a subire passivamente scelte calate dall’alto. Il vertice con Lorenzin, nelle intenzioni iniziali, avrebbe proprio lo scopo di far pesare sulle bilance decisionali anche il parere del governatore. Ed è probabile che il pressing di Oliverio vada a buon fine proprio al momento decisivo. È previsto per oggi pomeriggio, infatti, il Consiglio dei ministri che potrebbe ratificare la nomina del nuovo commissario. I membri più stretti dell’entourage del governatore assicurano che il successore di Peppe Scopelliti e Luciano Pezzi non sarà scelto tra i nomi fin qui emersi. E c’è chi giura che, alla fine, a prevalere sarà una personalità nuova. Ci sarà, insomma, il classico colpo di scena.

Le strade, in questo senso, portano a Piero Ciccarelli, maceratese, e in passato a capo dell’Azienda sanitaria unica delle Regione Marche. Guarda caso, proprio l’organismo che Oliverio ha in mente di creare in Calabria per rilanciare un settore che continua a fare acqua da tutte le parti. Ciccarelli è stato finora uomo di fiducia del governatore Spacca ma gode di buoni uffici pure presso i fedelissimi di Renzi.
Fino a ieri, sembrava in pole position Massimo Scura, ingegnere di Gallarate in pensione ma di origini calabrese. Per lui nelle scorse ore si sono spesi il sottosegretario Luca Lotti e il ministro Maria Elena Boschi, ma le quotazioni di Scura sono comunque calate proprio alla vigilia del Cdm. Più che le sue reali competenze in ambito sanitario, a non convincere tutte le parti in causa sarebbe l’età, 71 anni, dell’ex numero uno delle Aziende sanitarie di Siena e Livorno. Azioni in ribasso anche per il manager supportato dalla stessa Lorenzin, Andrea Urbani, che comunque dovrebbe tornare a occupare la poltrona di sub-commissario.

 

«ACCORDI DI POTERE»
Intanto, torna a farsi sentire il Movimento 5 Stelle per bocca della deputata Dalila Nesci. «Sembra scontata la nomina, nel Consiglio dei ministri di oggi – scrive la parlamentare calabrese –, del commissario per il rientro sanitario della Calabria. Stamani i giornali hanno anticipato che il posto verrà affidato a Massimo Scura, manager fermo da anni, affiancato da un solo sub-commissario, cioè Andrea Urbani, contabile in rapporto col ministro della Salute, Beatrice Lorenzin».
«La montagna – secondo la deputata – partorirebbe il topolino. Dal 10 dicembre scorso si trascina tra pretesti e proclami la nomina del commissario, di fronte a una sanità calabrese sempre più morente e abbandonata. Insomma, dopo tre mesi di menefreghismo del governo, colpevole d’una grave omissione per cui soltanto M5S ha investito la Procura di Roma, si compirebbe un accordo meramente politico, di potere, lontano anni luce dagli interessi dei calabresi. L’accordo sarebbe una spartizione in vecchio stile: il commissario, magari sgravato di proprie incombenze, garantirebbe il Pd di Renzi, diviso e sempre più ostile al governatore della Calabria, Mario Oliverio, mentre il piano di rientro sarebbe in pratica gestito da Urbani per conto della Lorenzin».
«Attendiamo – continuano la parlamentare – le prossime ore per capire se la verità sarà questa o se, al contrario, il governo centrale avrà all’ultimo meditato, provando a ricucire lo strappo con Oliverio, cui Renzi aveva spesso promesso e assicurato la nomina in questione. Da parte nostra possiamo dire con chiarezza che: siamo stati i primi e più ardui difensori del principio della responsabilità politica del rientro sanitario in capo al governatore eletto; abbiamo lungamente strigliato il governo, riprendendolo, marcandolo, denunciandolo e costringendolo a scoprirsi, perfino interessando il capo dello Stato; abbiamo denunciato alla Procura di Catanzaro il presunto assenteismo di Urbani raccontato dalla stampa calabrese, che riceve un mensile da quasi 10mila euro dalla Regione e dunque dai calabresi; abbiamo interrogato a raffica il governo, rilevando tutti gli errori, gli abusi e i danni prodotti dal rinvio perpetuo della nomina del commissario, peraltro sottolineando la mancanza dei requisiti, in capo a Urbani, per l’ufficio di subcommissario; formalmente abbiamo chiesto, noi soltanto, la rimozione di Urbani dall’incarico di subcommissario; abbiamo avvertito anzitempo la collettività rispetto ai propositi del governo, che vuole tenere sotto scacco la Calabria e utilizzarla per foraggiare i vari Agenas e Kpmg, che sarebbero stati ridimensionati, invece, con la nomina del governatore Oliverio; abbiamo difeso l’operato da sub-commissario del generale Luciano Pezzi, inviso al centrodestra cangiante dei Tallini e Orsomarso, i quali, emuli di Matteo Salvini, hanno ieri inscenato la pagliacciata della presa del dipartimento regionale Salute, che il primo occupò di fatto nelle notti delle nomine sanitarie abusive della giunta regionale Stasi; abbiamo rilevato l’incongruenza del governo, che prima nominò Pezzi commissario, per l’esattezza il 23 settembre scorso, poi lo accantonò, inspiegabilmente, come giostra in disuso».
«Nell’attesa di notizie sulla fumata del Cdm di oggi – conclude Nesci –, diciamo che se fossero confermate queste anticipazioni, il governo dimostrerebbe: di essere chiuso nel suo palazzo; di ignorare i bisogni della sanità e dei cittadini della Calabria; di sbeffeggiare con gusto il governatore regionale, della sua stessa parte; di procedere indipendentemente dai rilievi formali sul conto di Urbani; di rinnegare se stesso col siluramento di Pezzi; di considerare la Calabria come terra di conquista, subordinazione e affarismo politico; di guardare al rientro dal debito sanitario della Calabria come si può guardare a una qualsiasi pratica che riguarda gli altri».

 

 

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