REGGIO CALABRIA Inizialmente vittima dello strapotere delle cosche, l’ex ambulante Alfonso Annunziata, già negli anni Novanta – quando il suo impero prende forma – inizia a comportarsi da classico imprenditore colluso. E se è vero che regolarmente contribuisce alla crescita del clan Piromalli da cui dipende, è certo che ne ricava anche indubbi vantaggi, quali la protezione rispetto alle ‘ndrine “concorrenti” e antagoniste che già all’epoca operavano nel medesimo territorio, nonché la possibilità di imporsi sul mercato agendo da assoluto monopolista.
Ma la parabola dell’ex ambulante, diventato re Mida della grande distribuzione, non si conclude qui. Sarà sempre la sua viva voce a fornire agli inquirenti gli elementi che adesso lo inchiodano. Se gli inquirenti – come emerge dall’operazione “Bucefalo” – considerano l’imprenditore «il soggetto di riferimento per la richiesta e l’ottenimento di “garanzie ambientali” prodromiche all’effettuazione di investimenti economici all’interno del parco Annunziata di Gioia Tauro» è anche perché, per mesi e in diverse occasioni, gli investigatori lo hanno sentito presentarsi come tale a potenziali acquirenti. È successo con tale Edoardo – non meglio identificato – nel 2009 interessato ad aprire una rivendita di elettrodomestici e invogliato da Annunziata con testuali parole: «Riguardo là … il posto (abbassa il tono della voce, ndr) lo sapete, qua a fianco pure cose, qua stiamo noi, insomma». Una frase criptica, ma che non stupisce il potenziale cliente che afferma: «Se siamo venuti qua… per questo abbiamo fissato un appuntamento… noi sappiamo già tutto».
Dalla Despar ai Mercati alimentari, tutti cercano garanzie
Non diverso sarà il tenore della conversazione registrata nel febbraio del 2010 con Massimo Pedullà e – presumibilmente – Antonino Gatto, legale rappresentante della Despar. In quell’occasione Gatto, intenzionato ad aprire un punto vendita nel Parco commerciale, lascia trapelare le proprie preoccupazioni per possibili «problemi ambientali», chiedendo «a garanzia» di inserire un rappresentante della famiglia Annunziata, individuato nel genero dell’imprenditore Sergio Mangione, all’interno della società che avrebbe dovuto gestire il supermercato. Una proposta che Annunziata farà valutare a chi realmente governa il parco commerciale, perché – spiega – «non dobbiamo creare problemi, però… se tu mi ritiene, la famiglia, non tanto lui che è ragazzo, la famiglia proprio che possono andare». Non è dato sapere il responso del clan sull’operazione proposta dai rappresentanti della Despar, ma certo è che l’affare sfuma. Al loro posto, si presenta Domenico Giovinazzo, rappresentante dei Mercati alimentari di Immacolato Lucio Antonino Bonina. E con lui i discorsi saranno ancora più chiari.
Il piazzista del clan
Giovinazzo è preoccupato di possibili «problemi», chiede garanzie precise ad Annunziata che specifica: «Non è che sono io, però non ci sono problemi». Per rassicurare il preoccupato interlocutore, il “garante” gli spiega che «sino a due anni fa c’erano … problemi» perché a scontrarsi «erano due parenti e ora uno è stato messo da parte». In più, specifica Annunziata «prima erano interessate determinate persone, ora quelle persone non sono interessate. Sono interessate più a un caffè che oggi non ci sono problemi… non ci sono problemi» e in ogni caso, «poi un domani, se escono altri personaggi, una cosa o l’altra, l’affrontiamo… io non mi tiro indietro. I rapporti sono buoni con tutti, i rapporti sono buoni con tutti». Per altro, sottolinea il garante nessuno tenterà di mettere le mani su società o aziende perché «se erano interessati loro, allora lo facevano loro questo e quell’altro, oppure dice: “Allora lo facciamo insieme”. No questo fatto oggi non c’è più, ma non oggi». E ancora – assicura – nessuno si permette di prendere merce gratuitamente, senza una precisa comunicazione previa. Una surreale pubblicità che per gli inquirenti ha un solo significato: Annunziata è «riconosciuto da tutti come colui che può fornire le garanzie ambientali, necessarie per intraprendere un’attività imprenditoriale in un territorio come quello di Gioia Tauro». Un ruolo che lui stesso riconosce «fornendo le garanzie richieste, essendo cosciente di poter parlare in nome e per conto di chi certe garanzie sul territorio può materialmente fornirle».
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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