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IN EDICOLA | La sanità dei politici e dei disservizi

LAMEZIA TERME Potere dimezzato per Mario Oliverio. In Calabria chi controlla la sanità controlla (quasi) tutto. Il governatore non è diventato commissario ad acta (al suo posto è stato scelto Massi…

Pubblicato il: 13/03/2015 – 9:11
IN EDICOLA | La sanità dei politici e dei disservizi

LAMEZIA TERME Potere dimezzato per Mario Oliverio. In Calabria chi controlla la sanità controlla (quasi) tutto. Il governatore non è diventato commissario ad acta (al suo posto è stato scelto Massimo Scura) e adesso è tagliato fuori dalla gestione del settore più nevralgico, che da solo vale il 70% del bilancio regionale. Gestire quelle risorse in prima persona vuol dire esercitare un potere assoluto. È sempre stato così, soprattutto da quando – nel 2009 – è stato varato il Piano di rientro dal debito. Nel 2010, poi, il commissariamento del comparto, affidato in via esclusiva al controllo dell’ex governatore Scopelliti, in un indissolubile legame tra sanità e politica. E mentre gli ospedali venivano chiusi e i livelli essenziali di assistenza si abbassavano, una certa classe dirigente ha continuato a “fare affari” e a dettare legge. I servizi, invece, sono via via diventati insufficienti, con i casi di malasanità diventati ormai una costante.
La storia di Carmela, 61enne di Corigliano Calabro, è emblematica: deve sottoporsi a un intervento chirurgico di routine, e così è costretta a sospendere per cinque giorni un farmaco salvavita (è cardiopatica). Il giorno fissato per l’operazione si rade anche parte della testa. Sembra tutto pronto, ma poi l’operazione non si fa. Carmela deve tornare a casa. Succede oggi, succedeva ieri. I guasti di una sanità che non funziona spesso non possono risolversi, nemmeno nelle aule di tribunale. La giustizia ha fatto definitivamente luce sul caso di Tiziana Ottanà ventun anni dopo la sua morte. La giovane 29enne, in seguito a una crisi d’asma, era deceduta a causa dell’inefficienza del pronto soccorso della clinica Caminiti di Villa San Giovanni. Lo scorso 3 febbraio la Cassazione ha confermato la responsabilità dei vertici della casa di cura, accusati di truffa ai danni della Regione e omicidio colposo.
A Vibo, invece, la sanità è vittima di paradossi. C’è il miraggio del nuovo ospedale e ci sono i manager “premiati”, mentre i tagli alle risorse si tramutano in veri e proprio drammi sul territorio. In mezzo a tante distorsioni del sistema, si trova anche una storia positiva, rappresentata dall’elisoccorso di Calabria, una delle (purtroppo poche) eccellenze sanitarie rimaste.

 

(I servizi di copertina, firmati da Pietro Bellantoni, Sergio Pelaia ed Edoardo Trimboli, sono pubblicati inversione integrale sul numero 192 del Corriere della Calabria, in edicola questa settimana).

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