VIBO VALENTIA Il nodo – come si usa dire in questi casi – non è ancora sciolto, ma i prossimi giorni potrebbero rivelarsi quelli buoni a diradare, almeno in parte, le nebbie che offuscano il panorama politico vibonese. Accantonato (solo momentaneamente) il furore che ha accompagnato le primarie del centrosinistra, ora il pallino della tattica sembra essere passato dalle parti del centrodestra cittadino, con i relativi capi-cordata impegnati in queste ore nella definizione delle strategie che potrebbero portare tanto ad alleanze inedite quanto a nuove rotture.
Mentre l’ex senatore Franco Bevilacqua sembra in procinto di sciogliere le riserve sulla sua candidatura a sindaco con Fratelli d’Italia, l’ex magistrato Elio Costa – già sindaco tra il 2002 e il 2005 – tira dritto nella campagna elettorale già avviata mesi fa all’insegna del civismo e della discontinuità rispetto all’amministrazione attuale, guidata da Nicola D’Agostino. Capisaldi, questi, che Costa continua a porre alla base della sua nuova scesa in campo, nonostante il richiamo pubblico rivoltogli qualche giorno fa dal consigliere regionale Nazzareno Salerno. L’ex assessore della giunta Scopelliti, che fu tra i fautori della vittoria di D’Agostino, ha di fatto posto un aut aut: appoggiamo Costa, ma l’accordo con Forza Italia è politico, quindi vanno ricandidati alcuni degli assessori uscenti. L’associazione tra la natura politica dell’intesa e la riconferma degli uscenti ha fatto saltare sulla sedia più di uno dei sostenitori dell’ex magistrato, tra cui alcuni esponenti di Area popolare (Ncd-Udc), che hanno chiarito a più riprese come il loro appoggio a Costa sia legato alla discontinuità ma anche all’assenza di simboli nelle liste. Ma è su questo punto che la coperta rischia di rivelarsi troppo corta. Il perché lo ha spiegato direttamente Jole Santelli al Corriere della Calabria. «L’accordo che abbiamo stipulato con Costa – ha chiarito la coordinatrice regionale azzurra – prevede il nostro appoggio con il simbolo ufficiale del partito, che non può non esserci in un capoluogo di provincia qual è Vibo». Sulle ricandidature degli uscenti, poi, la posizione del partito non coincide affatto con quella di Salerno, anche perché gli assessori (Schiavello, Fuscà e Vartuli) di cui il consigliere regionale vorrebbe la riconferma, pur essendo a lui vicini non sono iscritti a Forza Italia. «E non è certo un caso – aggiunge infatti Santelli – se il nostro partito è fuori dalla giunta D’Agostino». Dal canto suo l’ex magistrato, interpellato telefonicamente, ha spiegato che sta «valutando senza preconcetti» la questione del simbolo di Fi, ma ha anche chiarito, senza mezzi termini, di «non essere disponibile» ad accettare la richiesta di Salerno, ribadendo che non ci sarà a suo sostegno nessun candidato che abbia avuto a che fare con l’amministrazione uscente.
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it
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