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La rabbia dei genitori di Andreacchi

SERRA SAN BRUNO «Ormai oltre due anni fa, le associazioni “Libera”, “Incastri”, “Il Brigante” e il “Comitato civico Pro Serre” – in un incontro tenuto a Serra San Bruno e al quale avevano pres…

Pubblicato il: 14/03/2015 – 12:44
La rabbia dei genitori di Andreacchi

SERRA SAN BRUNO «Ormai oltre due anni fa, le associazioni “Libera”, “Incastri”, “Il Brigante” e il “Comitato civico Pro Serre” – in un incontro tenuto a Serra San Bruno e al quale avevano presto parte anche il testimone di giustizia Rocco Mangiardi, gli studenti degli istituti di istruzione superiore e il presidente del consiglio comunale, Giuseppe De Raffele – avevano lanciato la proposta di intitolare una via o una piazza di Serra San Bruno a nostro figlio Pasquale, barbaramente ucciso nell’ottobre del 2009. La proposta era supportata anche da una petizione popolare sottoscritta da ben 600 cittadini. Ma, nonostante la piena disponibilità annunciata in quell’occasione da De Raffele per conto dell’amministrazione comunale, nel concreto, a distanza di tutto questo tempo, ancora nulla in merito all’iniziativa è stato fatto». Lo affermano, in una nota, i genitori di Pasquale Andreacchi, Salvatore e Maria Rosa. «Siamo stanchi – aggiungono – di dover combattere contro un’amministrazione indifferente anche rispetto a vicende tragiche, e ormai note, come quelle che riguardano Pasquale. Siamo stanchi del tira e molla di politici incapaci di dare seguito alle promesse che da anni continuamente pronunciano. Amministratori insensibili e sfrontati che quando interpellati parlano di delibere pronte e commissioni toponomastiche già convocate, ma che poi, nel concreto, omettono qualsivoglia intervento, senza accorgersi che con il loro inaudito comportamento non fanno altro che giocare a favore della violenza, della ferocia di quella mano criminale, e ancora impunita, che ha messo fine, per sempre, alla vita di nostro figlio. Vogliamo che il ricordo di Pasquale rimanga vivo. Vogliamo che almeno una piccola parte del suo paese, una via o una piazza, parli di lui. Ricordi a tutti la persona che era. Ricordi ai più giovani la sua storia. Ricordi soprattutto all’assassino – che sicuramente attraverserà quotidianamente quel luogo – che non potrà mai trovare pace rispetto a quello che ha fatto. Che il suo rimorso rimarrà vivo in eterno, almeno fino a quando non troverà il coraggio di raccontare tutta la verità e pagare per le sue colpe. Chi oggi si oppone a questo, chi non vuole che Pasquale e la sua storia rivivano nella memoria collettiva e in uno dei luoghi di questo paese, uccide Pasquale una seconda volta. Chi rifiuta con codardia di dare seguito alle proprie promesse di amministratore è complice di un’indifferenza criminale che giorno dopo giorno accresce il vuoto e il silenzio attorno a fatti tragici come quelli che hanno interessato Pasquale. Se l’amministrazione comunale di Serra San Bruno, in tempi brevi, non dovesse dare seguito agli impegni assunti rispetto alla via da intitolare a Pasquale, ci renderemo autori di una manifestazione di protesta eclatante, all’interno del municipio».

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