BOLOGNA Questa mattina nel corso dell’assemblea nazionale di “Area Riformista” a Bologna, nel suo intervento introduttivo il presidente del gruppo del Pd alla Camera dei deputati Roberto Speranza ha annunciato che si svolgerà nel mese di aprile in Calabria, a Cosenza, una manifestazione nazionale per la presentazione di una proposta di legge per l’istituzione del reddito minimo garantito. Nella stessa relazione il presidente Roberto Speranza ha chiesto alla senatrice Cecilia Guerra e alla deputata Enza Bruno Bossio di predisporre il disegno di legge che sarà sottoposto al Parlamento per l’approvazione. Speranza ha affermato che questa è una misura che il governo Renzi dovrà assumere in tempi rapidi e a cui destinare almeno il 70% del tesoretto che sarà accumulato dalle risorse rinvenienti dall’abbattimento dello spread e dalle politiche della spending rewiew. Intervenendo nel dibattito Enza Bruno Bossio ha ringraziato il capogruppo alla Camera del Pd per la responsabilità assegnatale rilevando come sia «una buona notizia che il tema della garanzia di un reddito minimo sia diventato, finalmente, una priorità politica. Un tema ineludibile non solo per il Mezzogiorno che tutti i dati ci consegnano ormai preda di una vera e propria emergenza sociale, ma per l’intero Paese».
«Sono lusingata che il presidente dei deputati del Pd – ha proseguito Bruno Bossio – abbia scelto Cosenza come la location da cui lanciare la proposta finalizzata ad affermare il diritto a una esistenza dignitosa. Il presidente Mario Oliverio e l’assessore regionale Carlo Guccione hanno già dichiarato alle parti sociali la disponibilità a fare della Calabria una regione dove, da subito, si può avviare una sperimentazione di questa misura». «Tutti i dati ci dicono – ha affermato la deputata democrat – che non siamo di fronte a una crisi passeggera, risanabile con una modesta ripresa del pil o con un’elargizione di bonus in denaro a categorie svantaggiate o con piccoli progetti di sostegno o inclusione attiva al lavoro. Sono dati che mettono in evidenza uno scenario di crisi che impone una riscrittura del patto di convivenza. Si impone un nuovo patto sociale in cui lavoro, formazione e reddito siano posti in un diverso rapporto tra loro, di elaborare finalmente il lutto per un welfare subordinato alla perdita del lavoro e alla supplenza del ruolo che assolve la famiglia». «È necessario separare il tema del reddito da quello del lavoro come già avviene in forme diverse in tutti i paesi d’Europa, tranne che, e non è un caso, in Italia e in Grecia». «Solo affrontando questa emergenza con decisione e con chiaro intento riformista – ha concluso Bruno Bossio – saremo in grado di dare una risposta efficace alla disperazione che ormai investe strati sociali sempre più larghi».
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