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Le storie dei "partigiani del Sud" a fumetti

LAMEZIA TERME Nessuno ha visto una riscrittura delle proprie gesta tale da ridefinirne i connotati essenziali come è accaduto ai cosiddetti briganti. Inizialmente i libri di storia – tralasciando c…

Pubblicato il: 17/03/2015 – 15:52
Le storie dei "partigiani del Sud" a fumetti

LAMEZIA TERME Nessuno ha visto una riscrittura delle proprie gesta tale da ridefinirne i connotati essenziali come è accaduto ai cosiddetti briganti. Inizialmente i libri di storia – tralasciando cause, eventi e misfatti perpetrati dall’esercito sabaudo – erano concordi nel ritenerli ladri e assassini. “Banditi”, per richiamare un termine fin troppo abusato. Poi è arrivato il lavoro – lento ma risolutivo – degli studiosi cosiddetti meridionalisti (Fortunato, Nitti o più di recente, Aprile) che hanno restituito dignità – attraverso un taglio revisionista ma più attento alla realtà dei fatti – a quelli che, oggi, sono considerati i “partigiani” del Sud. Che combattevano l’oppressore – non il liberatore – con coraggio e tenacia, incorrendo nelle peggiori torture e, alla fine, spesso perdendo la vita. Abitanti di un Sud depredato di gran parte di risorse che, attraverso saccheggi e operazioni bancarie illecite – andavano a rimpolpare quelle, di contro carenti, del Settentrione. A loro i calabresi Mario Mercuri (soggetto) e Carlo Rispoli (disegni) hanno dedicato un lavoro che, se tanto ha da spartire con la storiografia revisionista, privilegia un medium molto più moderno e immediato: quello della grafic novel.

 

copertina

 

“La coccarda rossa – 1861”, richiama nel nome i segni distintivi che i “briganti” – spesso contadini che reagivano alle prepotenze dei bersaglieri piemontesi prima e unitari poi – utilizzavano per riconoscersi tra di loro. Anelli di zinco e, appunto, coccarde rosse, erano tra questi. Mercuri, per scoprire questo come tanti altri dati e curiosità, ha consultato una mole massiccia di documenti. Ne è uscito un fumetto genuino e coinvolgente «basato – fa sapere – su fatti realmente accaduti», che mira ad aggiungere un ulteriore tassello alla divulgazione “meridionalista”. Protagonista è Nicola Cardone, ex sottufficiale che organizza una banda per reagire all’occupazione del Sud, ma la narrazione ha inizio nella Parigi del 1888, dove Rocco, giovane emigrato meridionale, incontra in un caffè degli Champs Elisee un anziano signore dall’aspetto familiare. Lo sguardo dell’uomo gli riporta alla mente quando, ragazzino, accompagnava suo zio al Palazzo Reale di Napoli. In una di quelle occasioni vede Francesco II da vicino e il re, mentre sale in carrozza, lo saluta strizzando l’occhio. Rocco non dimentica quel gesto e quello sguardo che, a distanza di tanti anni, rivede negli occhi dell’anziano che ha di fronte.

 

Maria Oliverio

 

Inizia così “La coccarda rossa” che, tra colpi di scena e ritmo serrato, fa entrare il lettore – attraverso disegni e fumetti – a stretto contatto con la storia. «Il lavoro di ricerca – racconta Mercuri – è durato quasi un anno, e ha previsto la consultazione di una cinquantina di testi, che vanno da De Sivo ai più recenti, oltre a centinaia di documenti visionati presso i vari archivi. Questo ha consentito la realizzazione di un soggetto che riporta nei minimi dettagli avvenimenti realmente accaduti, riscontrabili nella bibliografia e nei documenti citati nell’ultima pagina, per esempio gli espedienti che usavano le bande per conoscere gli spostamenti delle truppe, o i travestimenti dei militari per i pedinamenti dei sospetti». Il volume, edito da Segni d’autore, sarà presentato nelle prossime settimane con date e orari ancora da definire. 

 

Zaira Bartucca
z.bartucca@corrierecal.it

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