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Car wash, vibonese principale indagato dell'inchiesta

VIBO VALENTIA Ha firmato di suo pugno la sua condanna, cedendo giorno per giorno alle lusinghe della cocaina, senza che neanche la perdita del suo negozio o degli affetti, riuscisse a porre freno a…

Pubblicato il: 18/03/2015 – 18:44
Car wash, vibonese principale indagato dell'inchiesta

VIBO VALENTIA Ha firmato di suo pugno la sua condanna, cedendo giorno per giorno alle lusinghe della cocaina, senza che neanche la perdita del suo negozio o degli affetti, riuscisse a porre freno alla sua dipendenza. Ma quando la voglia ha superato le possibilità di finanziare il suo costoso vizio e le minacce dei pusher hanno iniziato a farsi decisamente troppo pesanti e concrete, ha deciso di denunciare. È nata così l’operazione antidroga che oggi ha portato allo smantellamento di tre diverse organizzazioni dedite al traffico e spaccio di stupefacenti – due che operavano tra Cinisello Balsamo, Desio, Sesto San Giovanni e i comuni a nord di Milano, una attiva su Novara – ma avevano solide radici molto più sud, a Vibo Valentia, regno incontrastato del clan Mancuso. E proprio attorno al potentissimo clan di Limbadi gravita uno dei broker individuato dagli investigatori, Francesco Orazio Desiderato. Oltre al noto trafficante, destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare sono altre ventotto persone, di cui tredici già arrestate nel corso dell’indagine. Fra loro, molti i calabresi di nascita o d’origine, coinvolti a vario titolo e con vari ruoli nelle tre organizzazioni. Si tratta di Giuseppe Maria Baratta, di Nicotera, Andrea Certo di Polistena, Massimiliano Crocco, di Cosenza, Alfonso Cuturello di Taurianova, Pantaleone Lisotti, di Vibo Valentia, Giuseppe Lisotti di Vibo Valentia, Francesco Pirilli di Cessaniti, in provincia di Vibo, e Giovanni Tocco di Rosarno
A far scattare le indagini, la denuncia del terrorizzato negoziante, che minacciato dai pusher iniziava a temere per la sua stessa vita. Parole prese molto sul serio dagli inquirenti, che non ci hanno messo molto a capire di aver messo le mani su gente pericolosa e dai metodi spicci con chi «non rispetta i patti e non onora i debiti», che lo stesso Michele Zanzarelli – a capo dell’organizzazione con cui il negoziante di Cinisello si è indebitato – intercettato al telefono con un amico , si preoccupa di spiegare: «Tu allora cominci a gambizzare qualcuno. E quello dice ‘minchia guarda Michele, l’ha bucato oh! Vediamo di dargli subito i soldi!’ La gente ragiona così ormai, o no?».
Per gli inquirenti, proprio Zanzarelli è insieme a Claudio Favorido il capo di una delle organizzazioni che faceva girare la coca nel nord Milano. Le altre due – quella del broker Franco Orazio Desiderato e quella novarese di Pantaleone Lisotti – sono state individuate nel corso di due anni di indagini serrate che hanno permesso di scoprire la filiera del traffico e dello spaccio della droga, che – nella maggior parte dei casi – dalla Calabria arrivava a Milano, dove veniva stoccata in bar, autolavaggi, box e abitazioni, quindi distribuita a pusher di medio e piccolo calibro, perché inondassero le strade dell’hinterland milanese.
A fare da minimo comundenominatore fra le diverse organizzazioni era proprio il vibonese Franco Orazio Desiderato, uomo di peso nel narcotraffico del Nord Italia e per questo già arrestato nel 2010 e 2013. Nella sua villa di via Canturina – nel periferico quartiere di Barlassina – venivano presi gli accordi per le milionarie partite di cocaina, contrattate e vendute solo di persona. Forte di una solida esperienza criminale alle spalle, Desiderato non usava né telefono né chat, ma per fissare incontri e trattative si affidava solo ai suoi uomini di fiducia, Mariolino Caruso e Michele Di Dedda, di origini calabresi ma nati e cresciuti in Lombardia, Giuseppe Maria Baratta di Nicotera e Massimiliano Crocco di Cosenza. Per avere un appuntamento con lui, bisognava passare da loro. E nel giro di pochi giorni, solo da loro poteva arrivare il via libera. Anche in questo caso, tutto era gestito con la massima riservatezza. Al telefono, non si facevano nomi, né si davano spiegazioni. Bastava che uno di loro dicesse “lo zio vuole vederti”, per sapere che bisognava presentarsi in via Canturina per trattare l’affare con Desiderato in persona, che nonostante fosse sottoposto all’obbligo di firma e avesse il divieto di incontrare pregiudicati, riceveva impunemente tutti nella propria abitazione. Senza problema alcuno, Desiderato forniva droga a chili, tanto alla banda di Favorido e Zanzanelli, come quella novarese di Pantaleone Lisotti e di Alfonso Cuturello, che gestiva nell’autolavaggio Car Wash di Limbiate, uno dei centri di stoccaggio della droga. Ma il broker non si limitava a fornire centinaia di chili di coca. Nella villa di via Canturina era possibile comprare anche armi, come i due fucili che il suo braccio destro Massimiliano Crocco perde nell’ottobre 2013 per sfuggire a un controllo.

 

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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