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Coni Calabria, dimissionario a sua insaputa: «Quell’atto è falso»

REGGIO CALABRIA Risulta tra i firmatari delle dimissioni dalla giunta del Coni Calabria ma quando è stato sottoscritto quel documento si trovava a Riccione. E per questo ha denunciato tutti. Giusep…

Pubblicato il: 18/03/2015 – 7:24
Coni Calabria, dimissionario a sua insaputa: «Quell’atto è falso»

REGGIO CALABRIA Risulta tra i firmatari delle dimissioni dalla giunta del Coni Calabria ma quando è stato sottoscritto quel documento si trovava a Riccione. E per questo ha denunciato tutti. Giuseppe Tropeano, componente dell’esecutivo dello sport calabrese guidato da Mimmo Praticò e adesso commissariato sub iudice, ha disconosciuto lo scarabocchio che qualcuno ha apposto accanto alla casella del suo nome nell’atto che sancisce la richiesta di scioglimento del Comitato regionale. Lo ha fatto mettendo nero su bianco una denuncia che è stata depositata alla procura della Repubblica di Lamezia Terme e che adesso potrebbe invalidare l’atto del commissariamento, fondato su un documento con ogni probabilità mendace. Ma c’è dell’altro: il rischio è che, se la vicenda giudiziaria dovesse andare fino in fondo, gli eventuali responsabili del falso sarebbero esposti non solo a conseguenze penali, ma anche a sanzioni disciplinari pesanti, fino alla radiazione, dall’ordinamento sportivo e da altri eventuali organismi di cui facciano parte.La querela sporta da Tropeano è nei confronti di Roberto Cardona, Fabio Colella, Saverio Neri, Vincenzo Perri e Fortunato Messineo, che nell’atto depositato in Procura sono accusati di falso in atto pubblico. Il componente della giunta scinde l’aspetto delle scelte politiche dei “dissidenti” che appartengono «alle migliori democrazie» dalla gravità dell’atto commesso da chi ha cercato di riprodurre la sua firma spacciandola per autentica.

1Una firma (a sinistra nella foto quella autentica, a destra quella di cui è stata denunciata la falsità), decisiva per il commissariamento, dal momento che senza quella non sarebbe stata raggiunta la fatidica soglia della metà più uno dei componenti dimissionari (nel computo della maggioranza, il presidente del Comitato paralimpico non ha valore). Tropeano risulta sottoscrittore “a sua insaputa”. Appreso da alcune telefonate di essersi dimesso, il componente dell’esecutivo è rimasto sbigottito. Si legge nella denuncia: «Contattavo immediatamente il presidente Praticò comunicandogli che vi doveva essere certamente un errore». Presa visione del documento, Tropeano ha osservato «con enorme stupore e rammarico», come la sua firma «ivi apposta fosse stata mediocremente imitata, risultando essere, però, del tutto apocrifa. Nel ribadire l’assoluta falsità della firma riprodotta nel documento con il quale vengono rassegnate le mie dimissioni quale componente della Giunta Regionale Calabria- Coni, preciso come mai e poi mai avrei potuto apporre la suddetta firma atteso non solo la mia perfetta sintonia, ora, con il presidente Praticò, ma anche come in data 21 febbraio 2015 non avrei potuto apporre la suddetta firma poiché mi trovavo, sin dalla data del 20 febbraio 2015, in Riccione, come si evince dalle ricevute dei biglietti aerei che allego, luogo ove mi sono trattenuto sino alla data del 22 febbraio 2015, come si evince dalla ricevute di pernottamento». Ad avviso del dirigente sportivo lametino, «è evidente come la condotta delittuoso sopra narrata abbia prodotto un grave ed irreparabile pregiudizio non solo per il sottoscritto, ma anche per l’intera Giunta regionale Calabria – Coni la quale, proprio in virtù del documento contenete la mia firma assolutamente apocrifa, è stata commissariata dalla Giunta Nazionale».

Un pastrocchio, dunque. Che carica ancora di maggiori tensioni una brutta storia in cui di sportivo sembra esserci molto poco. Anche perché il chiacchiericcio attorno al comitato regionale di via dei Correttori pone in relazione, ma ancora non se ne conoscono bene i contorni, il terremoto al Coni con una presunta “parentopoli” tutta da verificare. L’unica certezza, per ammissione degli stessi dimissionari, è che sul piano amministrativo la lunga gestione Praticò è stata impeccabile sul versante della trasparenza e della legalità.Nel frattempo, i dimissionari fanno quadrato attorno a Pino Abate, delegato provinciale di Cosenza da mesi indicato in pole position come candidato alla presidenza regionale. Un obiettivo cui Abate, dicono nel mondo dello sport cosentino, lavora dietro le quinte ormai da tempo.

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