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Grandi opere, le richieste di Gentile all'«uomo di Lupi»

LAMEZIA TERME Quello di Franco Cavallo, secondo i magistrati della Procura di Firenze, è un ruolo fondamentale per tenere in piedi «l’articolato sistema corruttivo» costruito attorno agli appalti d…

Pubblicato il: 18/03/2015 – 18:56
Grandi opere, le richieste di Gentile all'«uomo di Lupi»

LAMEZIA TERME Quello di Franco Cavallo, secondo i magistrati della Procura di Firenze, è un ruolo fondamentale per tenere in piedi «l’articolato sistema corruttivo» costruito attorno agli appalti delle Grandi opere. Imprenditore milanese, presidente di Centostazioni spa (Gruppo Fs) e infaticabile collezionista di incarichi e consulenze, Cavallo viene definito dagli stessi indagati come «l’uomo di Lupi». Anche lui – come l’ex supermanager Ercole Incalza, il suo collaboratore Sandro Pacella e l’imprenditore Stefano Perotti – è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta fiorentina denominata “Sistema” ed è divenuto noto alle cronache nazionali per essere colui che ha “donato” un abito sartoriale al ministro e ha fatto arrivare a suo figlio il Rolex da 10mila euro regalato dai coniugi Perotti.
Gli stretti legami tra Cavallo e diversi rappresentanti delle istituzioni emergono con chiarezza dall’ordinanza vergata dal gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti. E tra i suoi contatti privilegiati c’è anche un politico calabrese di primo piano. Si tratta del senatore Tonino Gentile, dirigente nazionale di Ncd nominato sottosegretario a fine febbraio 2014 e dimessosi poco dopo a causa dell’Oragate, il controverso episodio che proprio in quei giorni portò al blocco delle rotative del quotidiano L’Ora della Calabria, che poi chiuse definitivamente i battenti.
Dalle carte dell’inchiesta emerge come Cavallo si sia attivato per favorire un’assunzione che gli era stata caldeggiata proprio da Gentile. «Franco Cavallo – si legge nell’ordinanza del gip – si è impegnato, su richiesta del senatore Antonio Gentile, […] per fare assumere Marco Pedullà. La richiesta di Antonio Gentile – si legge ancora nelle carte – risulta con chiarezza da un messaggio del 22 gennaio 2014 e da una telefonata del 29 gennaio 2014 verso Franco Cavallo». L’imprenditore milanese coinvolto nell’inchiesta, secondo i magistrati fiorentini, si attivò per soddisfare le richieste del senatore cosentino mettendo in contatto Pedullà prima con Alessandra Savino, componente del Consiglio di amministrazione della cooperativa La Cascina, e poi con Domenico Olivieri.
E sono sempre gli inquirenti a chiarire ulteriormente quale fosse il ruolo del presidente di Centostazioni spa nel “sistema” sulle Grandi opere: «Stefano Perotti si avvale di Franco Cavallo per far leva su imprenditori e uomini delle istituzioni in relazione a fatti e situazioni di suo interesse: egli informa costantemente il Franco Cavallo dei propri giornalieri contatti ed incontri tesi ad ottenere il conferimento di incarichi di direzione lavori, e si avvale della presenza dello stesso Franco Cavallo in occasione degli incontri più rilevanti, quale strumento di pressione e/o persuasione per il raggiungimento degli obiettivi prefissati».

 

 

Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it

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