LAMEZIA TERME E adesso sono otto. La “cura Soriero” comincia a dare i suoi frutti. Il commissario del Pd lametino incassa il dietrofront di uno dei più forti candidati alle primarie del centrosinistra, Francesco Grandinetti. L’ex coordinatore regionale di Fli (Futuro e libertà di finiana memoria) ha ufficializzato – tramite una nota stampa – il suo ritiro dalle consultazioni interne. Uno in meno. Ne restano da depennare altri sette per arrivare alla tanta agognata “candidatura unica” che consentirebbe al centrosinistra di non arrivare spaccato all’appuntamento elettorale in programma la prossima primavera. Per questa sera (ore 17) è previsto un vertice tra Soriero, i candidati alle primarie e i consiglieri comunali del Pd e degli altri partiti della coalizione. Obiettivo aureo: trovare la quadra, cioè un accordo che – nella più augurabile delle ipotesi (per la tenuta del centrosinistra stesso) – potrebbe scongiurare la celebrazione delle primarie stesse, programmate per la prossima domenica ma a forte rischio a causa delle resistenze (vedi anche delle barricate) dei vari candidati. Un “patto” che accontenti tutte le anime di questo litigioso centrosinistra del post Gianni Speranza renderebbe superfluo il passaggio dalle urne e consentirebbe di avvia con buon anticipo la campagna elettorale per la conquista del Comune e cercare di arginare le ambizioni del centrodestra di Paolo Mascaro.
IN CAMPO
Al momento, però, restano in campo altri esponenti di peso. Solo per restare al Pd: l’ex deputato Italo Reale, il vicesindaco “lo moriano” Claudio Cavaliere, l’ex assessore Pino Zaffina, il presidente dell’Ordine dei commercialisti Paolo Cosentino, l’animatore del movimento “Città delle idee Andrea Falvo. Senza contare quelli di non stretta osservanza dem: il “socialista” Tonino Leone, il “girotondino” Nicolino Panedigrano, il medico Tommaso Sonni.
CHI LASCIA?
Soriero pare infine convinto di riuscire a operare un “taglio” (di candidati) senza per questo aprire nuove e laceranti ferite in un partito, e in una coalizione, che certo ha vissuto giornate più gloriose. È di poche ore fa la decisione del “Movimento città” di tirarsi definitivamente fuori dal “tavolo”, affollatissimo, del centrosinistra
Dopo Grandinetti, secondo i più informati, il prossimo a ritirarsi dalla sfida potrebbe essere proprio Zaffina. Vedremo. Molto dipenderà dalle capacità di “persuasione” di Soriero.
Il primo a intuire l’estrema situazione di caos legata alle primarie è stato Rosario Piccioni, che – in anticipo su tutti – ha scelto la via solitaria e si presenterà alle urne supportato dal movimento civico “Lamezia insieme”, da Sel e da quattro consiglieri comunali di “Progetto Lamezia”. Una scelta che potrebbe risultare lungimirante, perché lo sottrae di fatto dal teatrino politico che impazza in questi giorni nella terza città calabrese.
GRANDINETTI
Grandinetti, invece, fin dal primo momento ha voluto essere della partita, salvo poi ritirarsi. «mai, o poche volte come ora – spiega l’ex finiano –, si sono verificate coincidenze forti positive come questa, per la nostra città». Cioè una Regione, una Provincia e un governo tutti a guida Pd. Lamezia potrebbe avere il massimo, invece «all’interno della coalizione del centrosinistra vivono incertezze, diffidenze, lotte di piccolo cabotaggio che hanno portato a un commissariamento del Pd». Problemi interni che, per Grandinetti, avrebbero un solo effetto: avvantaggiare gli avversari.
«Non credo si debba andare oltre nella domanda primarie sì, primarie no – continua l’ex candidato sindaco per il terzo polo –. Oggi non sono più primarie. Oggi sono “ultimarie”. Non c’è spazio per le nostre idee ma solo per i veleni. Oggi è un rincorrersi di aperture di punti di incontro e di manifestazioni (giuste e interessanti per carità!) che non portano niente di più per la soluzione del problema». Non si possono perdere le elezioni e quindi le opportunità offerte da questo particolare momento storico. Ecco il perché del passo indietro: «Non credo che le primarie siano ormai la migliore soluzione. Io per lo meno e il mio movimento ce ne tiriamo fuori. Abbiamo la forza di andare da soli, abbiamo la forza di sostenere chi può incarnare, al di là della persona, il filotto governo, Regione, Provincia, Lamezia. Abbiamo l’umiltà e la lungimiranza di pensare che nonostante ci sentiamo più che all’altezza per governare e cambiare le sorti di Lamezia, questo non si può fare se tutto è ostile».
Il forfait non deve però essere considerato un ritiro totale. Grandinetti rivendica il suo “peso” politico, decisivo per chiunque voglia vincere e poi amministrare Lamezia: «Senza i voti sinceri e puliti di chi ha votato negli anni il nostro movimento, nessuna coalizione potrà vincere anche quest’anno». Un candidato si è ritirato, ma non del tutto.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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