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Si dimette il presidente dell'Enoteca regionale

Lo stop «imposto» alle attività della “Casa dei vini di Calabria” non è andato giù al presidente dell’Enoteca regionale, Gregorio Mungari Cotruzzola, e al consigliere Salvatore De Biase. Entrambi, …

Pubblicato il: 18/03/2015 – 16:21
Si dimette il presidente dell'Enoteca regionale

Lo stop «imposto» alle attività della “Casa dei vini di Calabria” non è andato giù al presidente dell’Enoteca regionale, Gregorio Mungari Cotruzzola, e al consigliere Salvatore De Biase. Entrambi, infatti, hanno comunicato le proprie dimissioni al governatore Mario Oliverio, al presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo e al dg del dipartimento regionale Agricoltura Carmelo Salvino. Cotruzzola e De Biase, che erano stati nominati nell’aprile del 2012, spiegano in una lettera i motivi della loro scelta e non lesinano critiche alla Regione. «Nel corso della nostra esperienza amministrativa – scrivono – abbiamo affrontato con spirito positivo gli ostacoli che man mano si frapponevano all’azione dell’Enoteca regionale della Calabria, trovando momenti di vicinanza e sostegno da parte del dipartimento preposto, ma valutiamo che in questa fase si sia creata una stridente incompatibilità tra la natura della nostra associazione e gli ultimi accadimenti. Ci troviamo di fronte a situazioni – aggiungono – che obbligano il C.d.A. a continui fermi e da qui la mancata inaugurazione delle sedi, che di fatto è il segno concreto di avvio per guardare al futuro della Casa dei Vini di Calabria. In tale quadro non va sottaciuto il ruolo del Dipartimento quale strumento di supporto per lo sviluppo del progetto associativo, e lo testimonia la continua ricerca di momenti di condivisione delle scelte operate dal consiglio di amministrazione».
All’origine del disappunto di Cotruzzola e De Biase c’è anche una comunicazione datata 2 febbraio 2015, con cui il dirigente Giacomo Giovinazzo invitava a «sospendere tutti gli adempimenti inerenti l’allestimento e l’inaugurazione delle sedi di Cirò e Lamezia, in particolare spese per arredi e materiali» al fine di «consentire alla nuova amministrazione di prendere cognizione e decisioni in merito alle attività svolte e alla disposizione di quelle future». Questo intervento secondo i dimissionari «trascura la natura della Casa dei Vini di Calabria, ossia un’associazione di diritto privato che come tale deve fare rispondere ai suoi 46 soci. Non rinveniamo – aggiungono – nella legge istitutiva un ruolo di indirizzo e controllo, ma al dipartimento viene affidata la sola “cura delle attività propedeutiche per la costituzione dell’Enoteca regionale, redigendo lo schema di atto costitutivo, di statuto, del regolamento di attuazione e del logo caratteristico”. Ma che questa cura non rientrasse nelle corde della burocrazia regionale lo abbiamo rilevato sin dal principio, quando ci è stato assegnato un marchio che addirittura non poteva essere utilizzato legalmente dall’associazione. Nel definire la denominazione ed il logo dell’Enoteca nessuno si era preoccupato di fare una verifica presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi: ben quattro anni prima della legge istitutiva un privato aveva depositato il marchio “Enoteca Regionale della Calabria».
L’attivazione delle sedi di Lamezia e Cirò rappresentava il primo tassello diretto al sostegno delle produzioni vinicole regionali e i responsabili dell’Enoteca regionale spiegano di aver riscontrato «grande collaborazione» da parte delle due amministrazioni comunali che hanno infatti messo a disposizione due immobili.
«Abbiamo coinvolto una serie di professionisti – scrivono ancora Cotruzzola e De Biase – per la creazione di un percorso che guidi il visitatore attraverso la conoscenza dei vini calabresi, non trascurando la preparazione di un programma di inaugurazione che ha ricevuto la disponibilità alla presenza del direttore della guida vini del Gambero Rosso, di un giornalista e di una conduttrice Rai. E adesso, lo stop imposto alle attività rischia di causare non solo ulteriori ritardi nell’avvio dell’azione associativa ma addirittura potrebbe determinare danni economici legati alle penali per il mancato rispetto degli impegni assunti nei confronti di una serie di fornitori».
«Durante il Vinitaly 2014 – proseguono – abbiamo dato il nostro contributo alla presenza della Regione Calabria, animando l’area degustazioni e organizzando una riuscita conferenza stampa. Quest’anno il percorso è stato interrotto. Dagli uffici regionali preposti non ci sono state date risposte, per cui prendiamo atto che non si è ritenuto opportuno coinvolgere l’Enoteca Regionale nella rassegna veronese. A margine – concludono – rileviamo come purtroppo si perseveri nell’operare con una programmazione carente, considerato che le imprese vinicole calabresi hanno avuto notizia dell’ammissione allo stand regionale a soli undici giorni dall’evento fieristico».

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