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Scala Coeli, sì alla discarica tra le colture Dop. «Intervenga Oliverio»

«La Bieco srl potrà procedere all’avvio dei conferimenti». La comunicazione del dipartimento regionale Ambiente, datata 25 febbraio, sta destando allarme in tutto il basso Jonio Cosentino. Il provv…

Pubblicato il: 19/03/2015 – 15:30
Scala Coeli, sì alla discarica tra le colture Dop. «Intervenga Oliverio»

«La Bieco srl potrà procedere all’avvio dei conferimenti». La comunicazione del dipartimento regionale Ambiente, datata 25 febbraio, sta destando allarme in tutto il basso Jonio Cosentino. Il provvedimento della Regione si riferisce alla discarica per rifiuti speciali non pericolosi realizzata tra il 2009 e il 2010 nel territorio di Scala Coeli, paese del Cosentino situato al confine con la provincia di Crotone. Si tratta di una discarica molto contestata, finora mai entrata in funzione, che per molti tra amministratori locali e semplici cittadini rappresenta una ferita aperta nel cuore della valle del fiume Nicà, i cui affluenti attraversano proprio la strada d’accesso all’impianto.

scala coeli
Il territorio in cui la discarica è stata realizzata dalla Bieco ha vocazione turistica e agricola, tanto che tutta la valle rientra nel Consorzio di tutela “D.o.p. Bruzio”. Dopo una lunga sequela di ricorsi e sentenze della giustizia amministrativa – che vede tuttora su fronti contrapposti l’azienda, alcune amministrazioni comunali e i comitati civici antidiscarica – il pallino è tornato nelle mani della Regione, e in seguito ai recenti sopralluoghi dell’Arpacal, che hanno dato esito positivo rispetto alle prescrizioni precedentemente impartite dal dipartimento, è arrivato il via libera al conferimento.
Ma che la questione sia tutt’altro che pacifica lo dimostra la convocazione odierna del sindaco di Scala Coeli in prefettura a Cosenza. Il prefetto Gianfranco Tomao, avendo evidentemente appreso che il conferimento in discarica potrebbe partire proprio in questi giorni, ha incontrato il primo cittadino Mario Salvato per capire se dal provvedimento della Regione possano scaturire problemi di ordine pubblico. Il sindaco di Scala Coeli, dal canto suo, ha ribadito una volta di più la contrarietà dell’amministrazione comunale all’apertura dell’impianto, spiegando che l’ente da lui guidato continuerà «ad opporsi fino in fondo con ogni strumento consentito dalla legge».
Anche l’amministrazione comunale di Cariati ha ribadito la contrarietà all’apertura dell’impianto: «Questa discarica – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Leonardo Celeste – così come prevista e progettata, se aperta, rischia di compromettere, in maniera irrimediabile, non solo l’equilibro ambientale ma anche l’integrità paesaggistica del nostro territorio». E sono sul piede di guerra anche il comitato “Anti discarica” di Scala Coeli – «siamo allibiti dal comportamento del dipartimento Ambiente» – e l’associazione “Le Lampare” di Cariati – «non è possibile che quello che non è accaduto con Scopelliti e Pugliano venga concesso oggi con Oliverio» – che invitano il sindaco Salvato a dare esecuzione alla demolizione delle opere abusive realizzate dall’azienda sulla strada che porta alla discarica. Oltre a quello delle colture protette, infatti, il problema principale resta quello delle vie d’accesso all’impianto che, secondo i comitati, non sarebbero assolutamente adeguate a sopportare il passaggio dei mezzi e il conferimento dei rifiuti. Alla voce dei cittadini si è unita anche quella del noto cantautore cariatese Cataldo Perri: «Un’altra mazzata gravissima alla nostra natura, al nostro ambiente e alla nostra salute». Domenica 22 marzo, intanto, si terrà al centro sociale di Cariati un’assemblea pubblica organizzata dai due comitati e dalla Rete difesa del territorio “Franco Nisticò”.
L’allarme sociale nel basso Jonio cosentino resta dunque alto, e non si può non rilevare come la situazione attuale sia l’effetto di una sorta di schizofrenia istituzionale della Regione Calabria: con una mano è stato creato (e finanziato) il Consorzio Dop, con l’altra si è concesso il via libera al conferimento di rifiuti proprio nella pancia della valle che, nel 510 a.C., fu teatro del leggendario conflitto tra Sibari e Crotone. Un luogo di rilevante interesse storico e di rara bellezza naturalistica.

 

Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it

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