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«Serve una svolta sulla contrazione dei servizi sociali»

LAMEZIA TERME «Incentivare un miglior utilizzo delle risorse Fesr e prevedere stanziamenti che guardino alle esigenze di integrazione reddituale per i meno abbienti e alle necessità dei minor». Un …

Pubblicato il: 20/03/2015 – 15:59
«Serve una svolta sulla contrazione dei servizi sociali»

LAMEZIA TERME «Incentivare un miglior utilizzo delle risorse Fesr e prevedere stanziamenti che guardino alle esigenze di integrazione reddituale per i meno abbienti e alle necessità dei minor». Un imperativo categorico quello del presidente dell’associazione “Peter pan” Mario Campanella e della psichiatra e docente dell’Università di Pisa Donatella Marazziti, che prende forma da un quadro economico certo non incoraggiante. E illustra una spesa, per la Regione, di 2,75 miliardi nel periodo che va dal 2003 al 2013, cifra che comprende tutto il fondo sociale europeo. Il dato, contestualizzato, va inserito nella contrazione dei servizi sociali delle regioni meridionali, che ha visto una flessione di spesa ordinaria e comunitaria pari al 224% progressivo, che genera una media pari al 224% annuo.
«La contrazione – spiegano gli interessati – sta sia nell’accesso al fondo sociale europeo che nel dispiego delle risorse ordinarie, ovviamente minoritarie, relativamente al comparto dell’assistenza sociale, delle azioni di sussidiarietà, dei fondi per contrastare le diseguaglianze».
Confortanti, del resto, non sono neppure i dati Istat che «sono la dimostrazione – proseguono Campanella e Marazziti – di una spesa decrescente a iniziare dal 2007, considerando che nel decennio, complessivamente, la Regione (tra fondi diretti e comunitari) ha speso 2,75 miliardi di euro, comprendendo in questa spesa tutto il fondo sociale europeo. I fondi di perequazione utilizzati – scrivono il giornalista e la psichiatra – sono stati insufficienti, sia rispetto alle esigenze di integrazione reddituale per i meno abbienti, sia nel contesto dell’assistenza ai minori. È dunque necessaria una svolta, che possa anche comprendere il reddito minimo garantito, ma a condizione che il governo centrale non imputi alla Regione nuove spese sul regime ordinario. È fondamentale recuperare il terreno perso, avendo l’interlocuzione di un governo centrale cui spetta, in fase di coesione, assumersi le responsabilità della spesa, non solo dinanzi alle continue emergenze, ma per la programmazione».
«Dalla Regione iniziano ad arrivare segnali di svolta – concludono Campanella e Marazziti – perlomeno nella chiarezza di interventi sulle linee di programma comunitario, ma è indispensabile poter utilizzare al meglio sia le risorse del Fesr nell’occupazione e nello sviluppo locale, sia le opportunità complessive delle risorse derivate».

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