MENDICINO «Erano i primi anni 80 quando con tutti i bambini del quartiere Pasquali, nella nostra bella Mendicino, ogni domenica, assieme alle nostre famiglie, andavamo a Messa, in quella piccola aula liturgica che però per tutti noi era la nostra Chiesa, il luogo della nostra educazione, non solo cristiana ma anche umana, un posto dove fare comunità, in cui puntualmente ci attendeva un indimenticabile sacerdote, oggi missionario in Africa, che abbiamo avuto la fortuna di avere tra di noi – come è stato per tutti i mendicinesi – don Battista Cimino». Così il sindaco di Mendicino ha iniziato il suo discorso nel corso della cerimonia di inaugurazione del nuovo complesso pastorale di Mendicino, una struttura attesa dalla comunità locale per oltre un quarto di secolo.
«In quegli anni – ha aggiunto il sindaco – questa contrada diventava di giorno in giorno, però, più popolata. Contestualmente nasceva l’esigenza in parrocchia di avere un luogo sacro idoneo a contenere i tanti cittadini che, tanto nelle domeniche feriali quanto nelle grandi ricorrenze, sentivano il desiderio di partecipare alle funzioni religiose. Nacquero le prime riflessioni e cominciò un percorso che pian piano si sviluppò negli anni fino a giungere alla costatazione e alla conseguente decisione che una comunità così ampia aveva bisogno di un luogo consono, quello che qui oggi abbiamo dinanzi ai nostri occhi. Un complesso parrocchiale realizzato grazie all’impegno di centinaia e centinaia di mendicinesi credenti che con il loro contributo hanno reso possibile ciò che in quegli anni 80 appariva un sogno irrealizzabile. Una grande opera dovuta al merito, alla spinta, alla caparbietà, alla volontà ferma e decisa, nel raggiungere questo obiettivo così importante, da parte del parroco di Mendicino, che ringrazio, don Enzo Gabrieli, che in questi lunghi anni di sua permanenza in mezzo a noi è riuscito con i suoi fedeli a realizzare quel desiderio così intenso che proveniva da tanti cittadini cristiani e da così lontano nel tempo.
Una chiesa che sorge su un terreno donato dall’amministrazione comunale alla parrocchia, segno dell’importanza di camminare, sempre più, fianco a fianco, comunità civile e mondo religioso, nell’unità e nella coesione rivolte verso il bene comune. Sono passati solo due anni da quella posa della prima pietra, avvenuta alla presenza del mio predecessore, Ugo Piscitelli, e siamo qui a schiudere la porta di questo tempio al popolo cristiano. Oggi sono qui da sindaco, nel mio ruolo di rappresentante dell’intera comunità mendicinese, a portare non solo il mio saluto ma anche il mio abbraccio a chiunque si sia impegnato in questo tempo per realizzare tutto ciò. A costruire un luogo che certamente sarà tempio di Dio ma sarà incontro di uomini, spazio di formazione e di educazione ai valori umani di bambine e bambini, ragazze e ragazzi che qui saluto con affetto, luogo di vita vissuta per i nostri anziani che abbraccio calorosamente, spazio per tutte le donne e gli uomini di questa comunità parrocchiale ma anche di quella civile.
A tal fine, per la funzione sociale e culturale che questo luogo assume per la nostra città, come amministrazione comunale abbiamo voluto, sicuri di interpretare il sentimento dei 10 mila cittadini mendicinesi, offrire in dono a questo complesso pastorale un sistema di videoproiezione da installare nell’auditorium, che qui sarà ubicato, per permettere ai nostri ragazzi di svolgere attività educative, formative, aggregative per una personale e collettiva crescita culturale, sociale e umana».
«Il mio augurio – ha concluso il sindaco – è che il cemento e i mattoni usati per costruire questo luogo sacro possano giorno dopo giorno essere usati da ognuno di noi per continuare a costruire una società migliore. Cemento e mattoni di unità tra i cittadini e tra tutti coloro i quali hanno ruoli istituzionali civili, militari e religiosi. Cemento e mattoni di umiltà per un servizio gli uni verso gli altri, specie verso i più deboli, soli ed emarginati. Cemento e mattoni di benevolenza per edificare una società più accogliente verso i tanti drammi sociali che vivono tante nostre famiglie. Cemento e mattoni di esempi concreti di bontà e di amore che superino vecchie e nuove culture della divisione e della contrapposizione che a volte intaccano la nostra vita comune rendendola un po’ più triste di quanto essa sia. Cemento e mattoni di amore autentico, e non ipocrita, gli uni verso gli altri per costruire una comunità mendicinese di vero bene comune. Cemento e mattoni per edificare una società più unita, più coesa, più fraterna, capace di affrontare la gravità di questi anni di crisi, senza che nessuno si senta lasciato solo, facendo ognuno nostro il problema dell’altro, aiutandoci reciprocamente, costruendo la speranza di una crescita sociale, culturale, economica, di lavoro, di umanità, per tutti noi. A ciascuno di voi fedeli della comunità parrocchiale giungano, da ultimo, i più sentiti auguri da parte della grande famiglia mendicinese, di cui voi stessi siete parte e di cui da sindaco ho l’onore di rappresentarne l’affetto e la stima nell’abbraccio che rivolgo al parroco di questa nostra comunità don Enzo Gabrieli. Che questo luogo sia simbolo per tutti noi di quell’impegno nel lavorare ogni giorno per costruire insieme una Mendicino sempre più bella e densa di amore vero e sincero».
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