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Le peripezie di un deportato calabrese

ROMA L’Associazione nazionale ex internati nei lager nazisti presenta il libro “Giovanni Grillo. Da Melissa al Lager. La vicenda di un deportato calabrese”, scritto dal giornalista Rai calabrese &n…

Pubblicato il: 21/03/2015 – 9:26
Le peripezie di un deportato calabrese

ROMA L’Associazione nazionale ex internati nei lager nazisti presenta il libro “Giovanni Grillo. Da Melissa al Lager. La vicenda di un deportato calabrese”, scritto dal giornalista Rai calabrese  Gennaro Cosentino. L’appuntamento è fissato per mercoledì primo aprile alle ore 17 a Roma presso la Casa della memoria e della storia. L’appuntamento si svolge in concomitanza del settantesimo anniversario della liberazione dei campi. Il libro di Gennaro Cosentino è incentrato sulla figura di un “Imi” calabrese, Giovanni Grillo, originario di Melissa, in provincia di Crotone.

È un libro che parte dai documenti (lettere dal lager, foto, certificati medici e altra corrispondenza) conservati dalla famiglia Grillo e affidati allo scrittore che li ha contestualizzati, inquadrandoli nella dolorosa storia di quegli anni di distruzione, violenza e sopraffazione. 
La vicenda di Grillo assume così un valore simbolico, per i seicentomila prigionieri in mano ai tedeschi, il cui contributo alla resistenza italiana, di grande valore morale, solo da pochi anni è stato riconosciuto e comincia ad avere il suo spazio nelle manifestazioni ufficiali. I prigionieri italiani, definiti “Imi” dal regime nazista, a fronte di fame, umiliazioni, sevizie e lavoro coatto, seppero conservare intatto il loro onore di soldati, rifiutando di collaborare con le forze armate tedesche o più tardi con l’esercito della Repubblica sociale di Mussolini. Come dice la figlia di Giovanni Grillo, Michelina nell’introduzione, fu «una scelta per la Patria, volontaria e consapevole». 
«Perciò siamo grati – affermano i rappresentanti dell’Anei – a chi ha dato voce a questi soldati, e ha sollevato quella coltre di oblio in cui per tanti decenni erano rimasti nascosti, perché se i fatti non si conoscono non possono produrre frutti. E vogliamo dire – aggiungono – grazie a Grillo e a Cosentino, che hanno voluto tirar fuori questa storia dai documenti di famiglia e rendere omaggio, attraverso Giovanni, a tutti gli Imi, appartenenti a tutte le regioni d’Italia, che in quelle situazioni terribili, dettero, nonostante tutto, prova di unità morale del nostro Paese e testimonianza di rigore e di intransigenza a costo della vita. Una lezione che gli italiani, a 70 anni da quegli eventi, hanno, purtroppo, ancora bisogno di conoscere e ricordare».

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