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Ottimi i nuovi commissari di Asp e Ao. Tuttavia…

Ottimi professionisti i commissari nominati e preposti alle cinque Asp e alle tre Ao di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria. Si spera che siano così bravi a gestire le aziende di come fanno da sem…

Pubblicato il: 22/03/2015 – 9:46
Ottimi i nuovi commissari di Asp e Ao. Tuttavia…

Ottimi professionisti i commissari nominati e preposti alle cinque Asp e alle tre Ao di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria. Si spera che siano così bravi a gestire le aziende di come fanno da sempre il loro mestiere, tanto da essere leader riconosciuti e indiscussi nelle rispettive branche mediche.
È tuttavia legittimo avere qualche dubbio sulla scelta effettuata dalla politica impegnata nella istituzione regionale, quantomeno sotto due diversi aspetti. Il primo riguarda i diritti dei malati, ai quali è stata sottratta l’alta qualità assistenziale garantita dai prescelti, interdetti dall’esercizio della loro attività professionale specifica per tutta la durata del mandato. Ciò non per un breve periodo bensì per un lungo lasso di tempo in quanto, checché se ne dica, il loro impegno commissariale non durerà verosimilmente meno di sei mesi più altri sei. La seconda riguarda la competenza della Giunta regionale ad adottare provvedimenti simili, atteso che le scelte così dette gestorie afferiscono esclusivamente alla competenza commissariale, perché direttamente incidenti sull’esecuzione dell’attuale accordo Governo-Regione e, dunque, sull’esito del “piano di rientro”. Non solo. È naturale, da parte mia, nutrire non poche perplessità anche sul Ddl approvato, “inaudita altera parte” (intendendo per tale il Commissario Scura), dall’esecutivo regionale recante la riassunzione della sanità calabrese in una unica azienda. pur condividendone il merito da oltre 10 anni. Nelle attuali condizioni di “sostituzione governativa”, un atto di così consistente trasformazione organizzativa e gestionale abbisogna quantomeno di una (pre)condivisione dell’organo commissariale, propedeutico all’insediamento della relativa procedura di accorpamento in un nuovo Accordo Governo-Regioni (ex comma 180 e ss. della Finanziaria 2005 e s.m.i.), da perfezionare con una legge regionale. Un atto dovuto considerata anche (ma non solo) la rideterminazione della rete ospedaliera che si renderà obbligatoria, di qui a pochissimo, a seguito del regolamento di “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, in attesa di pubblicazione sulla G.U. E ancora. Una iniziativa legislativa, quella di accorpamento delle attuali Asp, che dovrà fare i conti con la riscrittura della Costituzione oramai al traguardo parlamentare, anche se da sottoporre a referendum confermativo ex art. 138 della Carta. Un passaggio quello dei referendum del quale in Calabria non si tiene affatto conto sia in termini di importanza politica dell’istituto, esempio campione della democrazia reale, che di efficacia dello Statuto regionale che si andrà a votare definitivamente il prossimo 30 marzo. Un errore di ipotesi che, se compiuto, potrebbe determinare la formazione di atti nulli, che farebbero perdere più tempo di quanto se ne stia incomprensibilmente perdendo nella vana ricerca teorica delle soluzioni ai problemi che affliggono la Calabria.
Insomma, anziché fare ciò che serve continua ad essere fatto ciò che appare utile mediaticamente (scivolando peraltro in inutili escandescenze), privilegiando – tra l’altro – una sorta di insano agonismo istituzionale in materia di esercizio delle competenze che spettano ordinariamente ad una Giunta regionale “libera” e quelle spettano ad un Esecutivo “fatto prigioniero” dell’organo commissariale, a mente della Costituzione e per colpa dei “padri”. Tutto questo fa tanto male ai calabresi. Peraltro in un periodo come questo ove la maggioranza regionale del centrosinistra ha nella Capitale un Governo amico. Occorre fare squadra, qui e altrove, solo che si voglia fare del bene alla sanità calabrese e non solo, e non già perdere tanto tempo così come sta facendo il governatore Oliverio. Perché buttare al vento l’occasione di fare le cose bene? Sarebbe incomprensibile per gli elettori che sono già in tanti a torcere il naso e sperare in nuove elezioni!

 

*Docente Unical

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