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Lamezia nel caos, saltano le primarie

LAMEZIA TERME Fermi tutti, Pino Soriero ha scherzato: le primarie di Lamezia non ci saranno. Più precisamente, di sicuro non si celebreranno domenica prossima, l’ultima data, dopo quella iniziale d…

Pubblicato il: 23/03/2015 – 12:55
Lamezia nel caos, saltano le primarie

LAMEZIA TERME Fermi tutti, Pino Soriero ha scherzato: le primarie di Lamezia non ci saranno. Più precisamente, di sicuro non si celebreranno domenica prossima, l’ultima data, dopo quella iniziale del 22 marzo, individuata per la scelta del candidato del centrosinistra per la poltrona di sindaco della città della Piana.
Superfluo dire che il Pd e l’intera coalizione sono nella baraonda più totale. A dimostrarlo ci sono pure le dimissioni del presidente del Comitato per le primarie cittadine, Gennarino Masi, formalizzate proprio questa mattina. In una lettera ai responsabili della coalizione, Masi spiega la sua decisione: «Mancano circa due mesi alla data delle amministrative e comincio a vedere lo sfaldamento della coalizione che tutti avevamo intelligentemente contribuito a costruire. La fase delle primarie era stata già avviata con soddisfazione di tutte le forze politiche del centrosinistra a eccezione di Sel e di qualche altra associazione. Le ultime vicende interne al Pd e le notizie che vengono riportate dalla stampa locale evidenziano la volontà politica di procedere in modo diverso dal percorso partecipato e democratico che insieme ci eravamo dati. Non volendo essere corresponsabile di una scelta scellerata che sta portando il centro sinistra al suicidio politico, vi ribadisco la mia decisione di dimettermi da presidente del comitato organizzatore delle primarie». Parole a cui, a stretto giro, ha risposto lo stesso Soriero, che ha invitato Masi a ritirare le dimissioni e a convocare già per domani una nuova riunione del Comitato. Anche se, ormai, tutto sembra compromesso. Uno dei candidati, Nicolino Panedigrano, ha già annunciato l’intenzione di non partecipare ad altre riunioni fino a quando il commissario del Pd non chiarirà che le primarie si terranno «nei modi fissati con il Regolamento che ci siamo dati». Una scelta obbligata per non essere «messi di fronte all’emergenza e al fatto compiuto».

 

PALLIATIVO

Quella messa in atto dal commissario dem più che una cura sembra insomma un palliativo, incapace di curare i mali di un rassemblement politico del tutto eterogeneo e per questo quasi impossibilitato a ritrovare una sintesi che, malgrado gli inevitabili mal di pancia, possa accontentare quasi tutti.
Soriero finora pare aver applicato alla lettera la tattica del divide et impera: alimentare il caos per meglio tenere le redini della situazione. Una tattica, appunto, che finora non ha dato frutti, in luogo della necessità di una strategia di ampio respiro che consenta al centrosinistra di non essere asfaltato dalle truppe di Paolo Mascaro e soci.

 

PATTI CHIARI
Cosa ha fatto Soriero? I più informati giurano che il commissario abbia proposto ai candidati più riottosi “accordi” più o meno favorevoli, pur di ottenere il loro passo indietro dalle primarie. Cioè: ruoli politici o amministrativi nella futura squadra di governo (e non solo) al fine di facilitare l’ascesa del candidato unico, il vero obiettivo del commissario. Niente da fare. Nonostante il ritiro del presidente del Consiglio in carica, Francesco Grandinetti, ufficialmente gli altri 8 candidati di coalizione (Italo Reale, Claudio Cavaliere, Pino Zaffina, Paolo Cosentino, Andrea Falvo, Tonino Leone, Nicolino Panedigrano, Tommaso Sonni) restano tutti in campo.
Non ha dato frutti nemmeno la carta del “Papa nero”. Soriero, nei giorni scorsi, ha proposto l’imprenditore lametino e presidente del Cosenza calcio Eugenio Guarascio come l’uomo su cui puntare tutte le chance di vittoria. Una soluzione che ha trovato d’accordo solo il “renziano” Andrea Falvo, ma ha fatto infuriare tutti gli altri aspiranti. Che hanno di fatto sbarrato la strada al patron delle discariche cosentine e spinto la sarabanda un po’ più in là nel tempo.

Guarascio – uno dei pochi imprenditori lametini che partecipò alla cena di raccolta fondi per il Pd organizzata a novembre da Renzi (costo a persona: mille euro) – ha infine deciso di uscire definitivamente dall’arena: «Mi corre l’obbligo di precisare rispetto alle indiscrezioni che circolano su alcuni organi di informazione e per evitare rappresentazioni non esatte e non corrispondenti al vero che ho ricevuto dai dirigenti del Pd la proposta di correre a sindaco di Lamezia. Ringraziandoli, faccio presente che non vi sono le condizioni politiche nello stesso Pd e nella coalizione perché io possa prendere in considerazione questa proposta. Inoltre la mia attività imprenditoriale, nel sociale e nello sport rendono assai difficile la proposta stessa. Tutto questo per amore di verità e di assoluta trasparenza da parte mia».

L’accordo perseguito da Soriero, dunque, non c’è, ed è chiaro che manca la conditio sine qua non posta dal Pd per la celebrazione delle primarie.

 

 

piccioni

BOICOTTAGGIO
«Volevano far saltare le primarie, ci sono riusciti», spiega con rammarico misto ad acrimonia un autorevole esponente del centrosinistra lametino. La fumata nera per il 29 non significa però che le consultazioni non si terranno affatto. È ovvio che non si svolgeranno il 5 aprile, che è la domenica di Pasqua, ma non è da escludere che Soriero opti per il 12. Soluzione non esente da criticità, visto che resterebbe solo un mese e mezzo di tempo per imbastire la vera campagna elettorale per la conquista del Comune.
In mezzo a tutti i dubbi e le margherite sfogliate, rimane un’altra ipotesi, che allo stesso commissario non dispiacerebbe affatto: un candidato unico del centrosinistra, senza passare dalle primarie. Una possibile uscita dall’impasse che, comunque, al momento sembra parecchio improbabile.
Il caos degli ultimi giorni lancia dunque ombre pesanti sulle reali capacità di Soriero di gestire una bagarre politica ogni giorno sempre più agitata. E mentre il Pd continua ad arrovellarsi (a incartarsi), Rosario Piccioni (foto) ha già messo la quinta e ha avviato per tempo la sua campagna elettorale “in solitaria”, supportata (per ora) solo da Sel e da diversi movimenti civici. L’assessore della giunta Speranza – che sabato scorso ha inaugurato il suo punto d’incontro – ha lanciato il suo personale appello all’unità di tutte le forze sane della città. Quasi un grido verso un disegno veramente ecumenico che permetta al centrosinistra di non sfaldarsi ancora. E di evitare il tracollo finale. Primarie o non primarie.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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