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Ddl azienda unica, Mangialavori: «Ecco perché non convince»

REGGIO CALABRIA «Il disegno di legge sull’Azienda sanitaria unica regionale, ha già registrato autorevoli bocciature. Il modus operandi della maggioranza ormai è chiaro: si annunciano grandi r…

Pubblicato il: 24/03/2015 – 9:40
Ddl azienda unica, Mangialavori: «Ecco perché non convince»

REGGIO CALABRIA «Il disegno di legge sull’Azienda sanitaria unica regionale, ha già registrato autorevoli bocciature. Il modus operandi della maggioranza ormai è chiaro: si annunciano grandi riforme di sistema per coprire la paralisi amministrativa». È quanto afferma in una nota il consigliere regionale Giuseppe Mangialavori (Cdl). «Questo disegno di legge – prosegue Mangialavori – non lascia speranzosi circa il futuro della sanità calabrese. Intorno a questo settore, necessario e cruciale per la vita sociale, economica e culturale della comunità regionale, si registra, ancora una volta, un continuo battagliare fra il governo nazionale e quello regionale. Non a caso, le prime dichiarazioni del commissario Scura sono estremamente caute. La riforma, invero, sembra più ispirata da una reazione dell’esecutivo regionale al ministro Lorenzin che ha messo la sanità calabrese sotto tutela. È un’eresia affermare che il ministro della Sanità e il governo Renzi diffidino della giunta Oliverio in merito alla capacità di gestione e risolutiva dei vari problemi collegati alla sanità calabrese? E però, su un segmento prioritario per la vita di tutti, risulta difficile giustificare un atteggiamento così conflittuale».
Per Mangialavori «la riforma non convince affatto. Lo snellimento della governance non si traduce, automaticamente in buoni risultati. I rischi collegati al “gigantismo” sanitario, gli ostacoli verso una razionale ed efficace gestione delle risorse sono altissimi. In linea di principio si può affermare che il processo di accorpamento limitato alle funzioni di indirizzo e coordinamento della politica sanitaria sarebbe di per sé positivo. Un processo che dovrebbe essere graduale e preceduto dalla buona sanità. Obiettivo, quest’ultimo, che allo stato, francamente, appare un miraggio. Riformare un sistema inefficace è un dovere; ma procedere a una riforma di tale portata senza attenta ponderazione col rischio di affossare definitivamente la sanità regionale sarebbe — conclude – imperdonabile. Est modus in rebus”».

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