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Processo Bozzo, ennesimo rinvio

COSENZA Nuovo stop al processo per la morte di Alessandro Bozzo, il giornalista cosentino che si è tolto la vita nella sua casa di Marano Principato, il 15 marzo del 2013. Ancora un rinvio quello c…

Pubblicato il: 26/03/2015 – 8:58
Processo Bozzo, ennesimo rinvio

COSENZA Nuovo stop al processo per la morte di Alessandro Bozzo, il giornalista cosentino che si è tolto la vita nella sua casa di Marano Principato, il 15 marzo del 2013. Ancora un rinvio quello che si è registrato oggi nell’aula 16 del Tribunale di Cosenza.

Perché il giudice Vincenzo Lo Feudo ha comunicato che verrà trasferito e lascerà il foro bruzio, ragion per cui non potrà seguire questo processo. La nuova udienza è stata fissata per il prossimo 10 settembre. Già lo scorso 6 ottobre nel corso di quella che doveva essere la prima udienza, il giudice onorario Castiglione, aveva emesso un’ordinanza per chiedere un’assegnazione ad altro giudice perché, «data la delicatezza» del procedimento, avrebbe a disposizione poche udienze per incardinare il processo. Così il procedimento era stato affidato al giudice togato Lo Feudo. Ora si cambia nuovamente giudice.
Per la morte di Bozzo è imputato l’ex editore del quotidiano Calabria Ora Piero Citrigno con l’accusa di violenza privata. Citrigno è rappresentato dai legali Sergio Calabrese e Raffaele Brescia. Si costituiranno parte civile i genitori di Bozzo, la sorella e altri familiari, il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, e il presidente dell’Ordine regionale Giuseppe Soluri.
All’ex editore viene contestata la violenza privata perché, secondo l’accusa, avrebbe costretto Bozzo a sottoscrivere atti nei quali «dichiarava, contrariamente al vero, di voler risolvere consensualmente il contratto di lavoro a tempo indeterminato con la predetta società, senza avere nulla a pretendere e rinunciando a qualsiasi azione e/o vertenza giudiziaria». Successivamente, secondo la pubblica accusa, a Bozzo sarebbe stato in qualche modo imposto di firmare un contratto di assunzione a tempo determinato «quale unica alternativa alle dimissioni». E il giornalista, che era sposato e padre di una bambina, secondo alcune testimonianze rese dai suoi colleghi, avrebbe definito la sigla di questo accordo come «un’estorsione».
Questa mattina in aula anche il papà del giornalista, altri familiari e il coordinamento di Libera Cosenza che intende essere accanto alla famiglia e a tutti i giornalisti in difesa della libertà di informazione.

 

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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