CALTANISSETTA “Salvatore Vitale mi disse che aveva un appartamento in via D’Amelio e che era stato utilizzato dai responsabili dell’attentato per alcuni appostamenti nei giorni precedenti la strage”. Lo ha rivelato il collaboratore di giustizia calabrese Marco Marino, ex affiliato alla ‘ndrangheta, deponendo nel quarto processo per la strage di via D’Amelio, in corso davanti alla Corte d’Assise di Caltanissetta e che vede imputati per strage i boss mafiosi di Brancaccio Salvo Madonia e Vittorio Tutino e per calunnia i falsi pentiti Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Calogero Pulci. Marino, che fu detenuto assieme a Vitale, mafioso condannato all’ergastolo per il sequestro e l’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, deceduto nel 2012 nel carcere palermitano di Pagliarelli, ha aggiunto: “Vitale temeva che Spatuzza fosse dichiarato attendibile e così poteva tirarlo in ballo per la strage”. Il processo riprenderà il 2 aprile, quando i pentiti Francesco Raimo e Marco Marino saranno interrogati dai difensori degli imputati.
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