BOLOGNA Esce dal carcere Giuseppe Iaquinta, padre del calciatore della Juventus e della Nazionale Vincenzo, arrestato nel gennaio scorso con l’accusa di associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta Aemila della Dda di Bologna e ritenuto dai pm elemento di peso della costola emiliana del clan Grande Aracri. Accogliendo l’istanza presentata dal legale dell’imprenditore, l’avvocato Carlo Taormina, il giudice ha scarcerato Iaquinta, valorizzando l’esposto alla Procura di Bologna con cui l’imprenditore nei mesi scorsi si sarebbe autodenunciato, da una parte invitando a indagare sul proprio conto a dimostrazione dell’insussistenza di legami con le organizzazioni criminali di tipo ‘ndranghetista” dall’altro denunciando «abusi che si assume posti in essere a suo danno a seguito della legge della iscrizione alla cosiddetta ‘white list'” delle imprese». Per il giudice tutto ciò non sarebbe in sostanza compatibile con «il diffuso atteggiamento di riserbo e omerta’ e understatement che connota la condotta degli appartenenti ai sodalizi mafiosi, in specie per quanto riguarda gli affari, e che rende del tutto sconsigliate o sconsiderate iniziative estemporanee” come quella di Iaquinta. Questa condotta ‘incoerente’, «disvela dunque potenzialità tali da segnare una consapevole presa di distanza dall’ambiente di appartenenza».
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