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Calabria etica, i lavoratori: «Lo scandalo? Colpa dei giornalisti»

LAMEZIA TERME Lo scandalo Calabria etica? Non esiste, tutta colpa dei giornalisti, sparatori di fango, calpestatori della dignità dei lavoratori. Una marea di collaboratori a progetto che – come ha…

Pubblicato il: 27/03/2015 – 12:13
Calabria etica, i lavoratori: «Lo scandalo? Colpa dei giornalisti»

LAMEZIA TERME Lo scandalo Calabria etica? Non esiste, tutta colpa dei giornalisti, sparatori di fango, calpestatori della dignità dei lavoratori. Una marea di collaboratori a progetto che – come hanno rivelato loro stessi nel corso della conferenza stampa di questa mattina – non percepisce lo stipendio dal mese di gennaio e che in alcuni casi non hanno ancora visto il becco di un centesimo.
Questa mattina i “dipendenti” dell’ente in house della Regione hanno voluto chiarire la loro posizione e alzare la voce contro gli agitatori del polverone che si è abbattuto contro la società guidata, fino a pochi mesi fa, da Pasqualino Ruberto. Che viene difeso a spada tratta, nonostante le “assunzioni pazze” avviate in tutto il 2014, con un’accelerazione straordinaria proprio alla vigilia delle elezioni regionali del 23 novembre e subito dopo, a pochi mesi dalle amministrative di Lamezia che lo vedono grande protagonista in quanto candidato a sindaco.
A parlare per tutti i lavoratori è l’avvocato Rosella Zofrea. Che spara a palle incatenate non contro le manovre poco chiare dell’ex presidente, ma contro la stampa: «È essenziale il diritto alla verità, così come il diritto di non infangare la dignità dei lavoratori». In cosa consisterebbero le mistificazioni? «Si parla di assunzioni, non è la verità, siamo co.co.pro. Pasqualino Ruberto ha fatto il suo dovere ed è giusto che valorizzi i fondi comunitari. Noi lavoriamo a progetti che sono ancora in itinere, ma che sono fermi in attesa dei tempi delle politica».
Di soldi, però, i “calabrietichini” non ne hanno ancora visti: «Da quando è iniziato il processo mediatico – specifica Zofrea – non siamo stati pagati. Nessuno lo dice, l’importante è infangare una persona che deve essere eliminata politicamente». Chiarissimo il riferimento a Ruberto, che sarebbe vittima di un complotto della stampa, orchestrato dai suoi avversari alle prossime elezioni. Lui, Pasqualino, non ha alcuna responsabilità sulla gestione allegra di una Fondazione che gestisce fondi pubblici, comunitari e no. «Siamo stati selezionati – continua la portavoce dei lavoratori – grazie a short list e in modo regolare. Queste chiacchiere continue ci stanno infangando. I giornalisti non devono fare politica e divulgare notizie capziose». Insomma, nient’altro che un parlottio interessato, una campagna mediatica strumentalizzata, «chiacchiere che danneggiano chi collabora onestamente». Ma se è la stampa il vero nemico, di converso è Ruberto l’eroe: «Purtroppo Pasqualino è riuscito a creare lavoro». Peccato però che non sia retribuito.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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