È sempre in secondo piano,abbandonato a se stesso, o peggio ancora, è zavorra del Nord, il Sud? Se così è, lo è a maggior ragione la Calabria, che costituisce ancora il Sud nel Sud. C’è chi è rassegnato e pensa che non ci sia molto da fare, e, di contro, chi, invece, spera nel governo nazionale, col dinamismo di Renzi e ora, dopo le elezioni, vinte dal centrosinistra, nel governo regionale con l’esperienza di Mario Oliverio. Insieme dovrebbero far superare i venti anni di solitudine di cui ha parlato Pino Soriero, ex sottosegretario del governo Prodi ed ex deputato di centrosinistra. Il suo libro, tutto sommato, è speranzoso, non rassegnato e, soprattutto, non “piange miseria”, tampoco ritiene sprecata qualunque cosa si faccia per il Sud. L’unica cosa, ha scritto Soriero, «è che non si stia sempre e soltanto a fare proposte, di cui sono pieni i cassetti del governo, della Regione, dei politici e dei dirigenti regionali. È l’ora di finirla con i venti anni di solitudine» e sono pure troppi. Ecco perché è stato visto di buon auspicio, l’augurio di Renzi ad Oliverio, nell’ultima assemblea del Pd, quando, il premier ha fatto un «gigantesco in bocca al lupo» al neo presidente della giunta regionale che «guiderà la Regione più difficile d’Italia, la madre di tutte le battaglie». Come dargli torto. L’importante, però, è che alle parole seguano i fatti. Il buongiorno sembra vedersi dal mattino con gli impegni presi, ma che non possono rimanere tali. Incalzato dal «pungolo caparbio di San Giovanni in Fiore», Renzi, non potrà lasciare la Calabria nella splendida solitudine di questi ultimi anni.
Soriero, e non solo lui, insiste sulla Zona economica speciale (Delrio non è convinto, anche per le difficoltà) rilevando come lo scalo calabrese abbia acquisito una centrale geografica che prima non aveva, essendo diventato il punto di approdo di grandi navi, in arrivo dai grandi mercati dell’Oriente. Al di là degli incentivi che pure non farebbero male, ma potrebbero non essere indispensabili, occorre puntare sulla riduzione delle imposte, attraverso la Zes, cioè un’area in cui gli operatori godano di sostanziosi benefici contributivi e fiscali. Da troppo tempo, ne ha parlato Soriero, ma lo ha anche rilevato Emanuele Felice sul Corriere della Sera, siamo davanti ad un Mezzogiorno senza meridionalismo, privo, cioè, di «quell’incalzante corrente di pensiero che nel passato seppe rappresentare con dignità i diritti dei meridionali». Giovanni Russo è stato efficace.
E tanto per restare tra le proposte che, non possono non riguardare, e al più presto possibile,la Calabria, non possiamo non porre all’attenzione dei due governi, nazionale e regionale, il problema del turismo. È vero, come ha ricordato Gianantonio Stella, in soli dieci anni siamo, come Paese Italia, precipitati dal 1° al 18° posto come “marchio” turistico mondiale, ma è altrettanto vero, che il Bel paese, è sempre primo come “appeal”: il sogno di un viaggio in Italia è ancora in cima ai pensieri di tutti. E primi per il fascino delle ricchezze culturali e paesaggistiche. E così per i nostri piatti e per i nostri vini. La Calabria non ha tutti, o quasi tutti, i titoli per inserirsi tra le Regioni, meta del turismo nazionale ed europeo? C’è qualcosa da ridire sulle bellezze paesaggistiche e sui beni culturali? Senza doverli elencare, senza dover chiedere la loro valorizzazione, quest’ultima regione del Paese ha poco da invidiare, da questo punto di vista, ad altre Regioni del Nord, che vivono tutto l’anno, o quasi di turismo. Solo che, negli ultimi anni, non si è fatto molto, ad iniziativa dei pubblici e privati operatori per tenere alto il vessillo di Regione turistica di primo livello. Ci si è sempre affidati alla speranza ed,in un certo senso, anche all’improvvisazione, oltre che nel buon Dio o nella buona stella. Tutte condizioni necessarie,indispensabili, ma non sufficienti se non si pone mano, con un Assessore ed una dirigenza,che faccia dell’impegno quotidiano la ragione, finalmente, dell’affermazione, per come merita, della Calabria turistica. Eppure nel rapporto “World travel & tourism” è bene evidenziato che nel 2013 l’Italia ha ricavato dal turismo in senso stretto una considerevole occupazione di addetti, dieci volte più della chimica,e con l’indotto, milioni di lavoratori,di gran lunga di più degli addetti dell’industria metalmeccanica, con buona pace di Landini.
Ecco perché va guardata con ammirazione, la proposta del presidente di Confindustria Cosenza, Natale Mazzuca, di ospitare in Calabria, il prossimo anno, gli Stati generali del turismo nel Sud. Una proposta lanciata in una sede qualificata e di settore quale è stata l’assemblea, a Salerno,la riunione tra imprenditori aderenti alla realtà guidata da Squinzi, col proponimento di individuare «strategie condivise per lo sviluppo turistico del Sud Italia». Favorire, è stato rilevato, la destagionalizzazione e sviluppare azioni comuni di promozione e commercializzazione per attirare visitatori provenienti da nuovi mercati. Da qui l’impegno, preso a Salerno, di organizzarsi in rete per costruire, finalmente, un’offerta appetibile per presentarsi sui mercati esteri insieme. Ci sarà anche l’Expo di Milano, al quale la Calabria non potrà non presentarsi con un’offerta di sicuro interesse che prescinda dalle iniziative del passato, non sempre all’altezza della concorrenza e con un prodotto che faccia, finalmente, restare a bocca aperta espositori e visitatori. Ecco perché, va salutata, con soddisfazione l’iniziativa degli industriali che, a Salerno,hanno parlato di bellezze naturali,clima, enogastronomia,rapporto prezzi- qualità, ma soprattutto delle necessità di fare sistema per comunicare le attrattive calabresi. Eppur si muove, verrebbe voglia di dire. Semprechè Oliverio ci metta mano. A buoni intenditori…
*giornalista
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