CATANZARO «L’arrivo in Calabria del sottosegretario Delrio suggerisce preoccupanti riflessioni, per una politica attenta alle sorti della Calabria. La “non accoglienza”, freddamente istituzionale, riservata a Delrio dall’attuale governatore regionale Oliverio non fa presagire nulla di buono per la svolta che i calabresi attendono». Lo afferma il senatore Francesco Molinari. «A Cosenza, in un cinema Modernissimo gremito – aggiunge – il parterre era quasi totalmente renziano, mentre, durante la sua visita in provincia di Reggio Calabria, ad accompagnarlo, per cortesia di partito, c’era, oltre a Stefania Covello ed Ernesto Magorno, anche l’ex ministro Maria Carmela Lanzetta. Una distanza, quella tra governo centrale e regionale, confermata indirettamente da Delrio che, rispondendo alle domande dei giornalisti sui rapporti con Oliverio, li ha definiti “istituzionalmente corretti”. Una situazione che pone un pressante interrogativo sul futuro in cui può sperare la Calabria nell’attuale situazione di difficoltà di rapporti tra Regione e governo. Quali interventi si possono pensare così di realizzare? D’altronde, sul tipo di attenzione del governo verso le sorti del Sud, depone la sua impassibilità sulle recenti azioni di smantellamento dei collegamenti della regione». «E anche l’interesse mostrato da Delrio – prosegue Molinari – sul porto di Gioia Tauro ci sembra troppo generico e un pò confuso, soprattutto considerando la disattenzione che ha interessato quest’area negli ultimi anni: all’esplosione della disoccupazione, compresa quella che ha interessato gli stranieri, segnata dalla crisi della locale produzione agrumicola e ad una continua emergenza ambientale, causata dalla scelta suicida nella gestione del ciclo dei rifiuti, poco si è opposto in campo nazionale. Ora, di fronte al fallimentare laissez faire alla classe politica locale, si parla di rilancio possibile con politiche condivise di trasparenza e legalità. Condivise come la decisione di effettuare il trasbordo delle armi chimiche siriane? O come la decisione, ancora non scongiurata, di piazzare un rigassificatore su una zona ad elevatissimo rischio sismico ed in prossimità dei centri abitati? Condivise con chi? È in questo contesto che si vuole rilanciare il porto di Gioia Tauro? È necessario pretendere che il sacrificio del territorio calabrese, destinato a questa importante infrastruttura, non releghi l’area circostante a semplice spettatrice di trasbordi, ma serva a farle acquistare un ruolo propulsore per interventi che possano avvantaggiare l’intera regione. È solo da una scelta simile che potrà essere considerata seriamente l’istituzione di una Zona economica speciale su quest’area». «Ed è a ciò – conclude – che dovrebbero puntare tutte quelle forze politiche e istituzionali che credono e vogliono un rilancio della Calabria, che non può essere messo a rischio da lotte intestine e mere beghe di partito. È arrivato il momento di fare scelte che vadano oltre gli interessi di campo e che riguardino tutti i calabresi e il loro benessere, attuale e futuro».
x
x