TORINO La Procura di Torino ha chiuso l’inchiesta “San Michele” sulla presenza di una articolazione della ‘ndrangheta in Piemonte. Il procedimento riguarda anche un tentativo di infiltrazione nelle catene di subappalti per il cantiere del Tav a Chiomonte. Fra i 31 indagati, molti dei quali ancora in carcere, figurano un ispettore di polizia municipale in servizio al tribunale di Torino, al quale è contestato il concorso esterno in associazione mafiosa, e due carabinieri del Torinese accusati di avere rivelato notizie riservate. La banda su cui si è concentrata l’indagine è collegata a una ‘ndrina di San Mauro Marchesato, nel Crotonese. C’è anche una estorsione ai danni di Setup Live, una delle più importanti società organizzatrici di concerti e spettacoli in Italia, fra gli episodi contestati dalla procura di Torino nell’inchiesta “San Michele” sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte. Secondo quanto è stato ricostruito, fra il marzo e il giugno del 2011 a uno dei soci di Setup Live venne intimato di consegnare pacchetti di biglietti (in cui non dovevano mancare dei tagliandi “omaggio”) la cui vendita doveva servire per il mantenimento delle famiglie dei detenuti. Per questa vicenda gli indagati sono tre. L’uomo fu minacciato (“ti sfondiamo la porta dell’ufficio”) e intimorito: i suoi interlocutori gli spiegarono, infatti, che appartenevano alla criminalità organizzata. Setup live, negli anni, ha portato a Torino i Depeche Mode, Zucchero, Renato Zero, Jovanotti, Biagio Antonacci, Pino Daniele.
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