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Tutti gli uomini di Ruberto

LAMEZIA TERME L’amicizia è «una cosa non soltanto necessaria, ma anche bella», diceva Aristotele nell’Etica nicomachea. Lo pensa(va) anche Pasqualino Ruberto che di (Calabria) etica se ne intende(v…

Pubblicato il: 29/03/2015 – 8:03
Tutti gli uomini di Ruberto

LAMEZIA TERME L’amicizia è «una cosa non soltanto necessaria, ma anche bella», diceva Aristotele nell’Etica nicomachea. Lo pensa(va) anche Pasqualino Ruberto che di (Calabria) etica se ne intende(va). Prova ne sia il fatto che l’ex presidente della società regionale di amici ne ha “sistemati” davvero tanti. E non solo loro. Ha dato lavoro a suoi collaboratori privati, a parenti, parenti di parenti acquisiti, parenti di soci d’affari, parenti di alleati politici e perfino politici vicini ad altri politici anche se politicamente distanti. Per molti di loro, inoltre, quello con l’ente in house della Regione non rappresenta l’unico lavoro.
Calabria etica era una sorta di proprietà personale di Pasqualino, più o meno un ricettacolo pubblico dove piazzare persone a lui gradite, ma pagate con i soldi della Regione o della Comunità europea.

 

IL SUO LABORATORIO
Ruberto, alle prossime comunali, sarà in corsa per la carica di sindaco di Lamezia. Il suo “braccio” elettorale si chiama Labor, un “laboratorio politico” di cui è segretario provinciale e che supporta tutte le iniziative pubbliche dell’ex presidente di Ce. Prima di essere “commissariato” (e sostituito con Carmelo Barbaro), Ruberto ha messo sotto contratto proprio i principali animatori del suo movimento. Uno di loro è Alessandro Cordiano, coordinatore del direttivo del laboratorio. È, come viene riportato nella scheda del sito web di Labor, un farmacista biopatologo, ma con un contratto di un anno anche a Calabria etica, per uno stipendio complessivo di quasi 24mila euro. Ruberto ha pensato anche al portavoce di Labor, Pasquale Scaramuzzino, critico musicale ma al tempo stesso “dipendente” della Fondazione, anche lui beneficiario di un contratto di circa 24mila euro.
Ecco, sono molti gli attivisti del laboratorio iscritti a libro paga dall’ente che si occupa di politiche sociali. Tra loro figurano anche Monica Scicchitano (componente della Consulta donne di Labor), Giuseppe Marino e Ivan Vavalà. Tra gli “amici” più fortunati di Ruberto c’è poi Francesco Venuti: membro del direttivo di Labor con un contratto triennale a Calabria etica, per un compenso superiore ai 71mila euro.

 

PARENTI
C’è poi Tadiana Gabriele (un anno a 39mila euro), che fa parte della Consulta donne ed è moglie di Vincenzo Cristiano, ex socio dello studio di commercialisti di cui faceva parte proprio Ruberto. Cristiano ha un fratello, Giuseppe, la cui moglie, Floreana De Sarro, lavora anche lei in Ce (20mila euro per un anno e sei mesi). I fratelli Cristiano hanno un’altra particolarità: sono cugini di Bianca Maria Vitalone, la compagna di Ruberto, che – dopo le rivelazioni del Corriere della Calabria – ha rassegnato le dimissioni da capo progetto del Piano di comunicazione istituzionale. Di quale società? Ovviamente di Calabria etica. Dove ha trovato posto anche un altro cugino della fidanzata dell’ex capo, Giuseppe Vitalone, un anno di contratto a poco più di 12mila euro.
Ruberto ha ritagliato uno spazio anche a Paola Miriana, che altri non è che la fidanzata del fratello di Bianca Maria Vitalone. Che a Ce aveva quasi trovato una seconda casa, visto che a lavorarci c’è pure Simona Pizzonia, moglie di Massimiliano Zaffina, anche lui cugino della compagna di Pasqualino.
Come dimenticare, poi, gli altri parenti? Il candidato a sindaco ha infatti dato una scrivania (e un compenso di quasi 15mila euro) anche alla cugina, Filomena Silvana Maglia, destinata per un anno (dal 21 novembre 2014 al 21 ottobre 2015) al progetto “Centri per la famiglia”.

 

POLITICI AMICI
Un ente come Calabria etica deve per forza avere “contatti” con la politica e l’universo che le ruota attorno. Ruberto lo sapeva bene. Sarà per questo che ha inserito nella sua squadra di collaboratori anche Alessia Notaris, avvocato con un passato da giornalista. Che ha un contratto di lavoro da 30mila euro in un anno. A cui si aggiungono i 38mila di Cesare Materasso, che di Notaris è il compagno.

E nel lunghissimo elenco dei co.co.pro. non può non spiccare anche il nome di Chiara Macrì, che alle ultime elezioni regionali è stata candidata (poi non eletta) nella lista Democratici progressisti che sosteneva il governatore Pd Mario Oliverio. Per lei un contratto di più di un anno, per un costo superiore ai 36mila euro. Un'”assunzione” quasi bipartisan, compensata da quella di Franca Cefalà (39mila euro), moglie di Pino Bruno, probabile candidato alle amministrative di Lamezia in una delle liste di Ruberto. Caso simile a quello della collaboratrice Rosy Pagnotta, fidanzata del consigliere comunale Francesco Ruberto, oggi tra i principali sponsor (e possibile candidato) dell’ex presidente di Ce.
Infine, un occhio di riguardo anche a un “avversario”, il candidato a sindaco di “Sovranità-prima gli italiani”, Mimmo Gianturco, la cui sorella, Concetta, ha un contratto in scadenza nel novembre 2015 (16.200 euro).

 

ALTRI NOMI
Il diritto al lavoro è sacrosanto, e i dipendenti “scritturati” nell’ultimo anno avranno i requisiti necessari per lavorare nella Fondazione. Ma Calabria etica resta comunque un contenitore occupazionale eterogeneo. Ci lavora, per dire, anche il fratello di uno dei giornalisti di punta del Corriere della Sera, Francesco Verderami, così come altri personaggi meno noti. Tipo Carlo Marino, che gode di un contratto in scadenza nel 2017 per un compenso totale di quasi 86mila euro. Mica male per uno che in Fondazione vanta un familiare potente, ovvero la direttrice di tutta la baracca, Maria Teresa Marino.
Tanti parenti, dunque, più tanti compagni d’avventura. Ruberto, è vero, non ha trascurato proprio niente. Perché, in fondo, lo diceva già Aristotele: l’amicizia è una virtù, «il solo rifugio nella povertà e nelle altre disgrazie».

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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