Riceviamo e pubblichiamo:
Gentile direttore,
ho avuto modo di leggere il suo editoriale domenicale.
Non posso negare, ahimè, di amare la buona cucina anche perché la bilancia me lo ricorda quotidianamente.
Non posso negare, in particolare, di gradire la cucina raffinata e l’ospitalità affettuosa del “Marechiaro” di cui sono grato all’amico Paolo Sauro.
Non posso negare, come è noto a chiunque, che al “Marechiaro”, non sia insolito incrociare amici e conoscenti impegnati in ruoli apicali nella vita pubblica regionale e non.
Non posso negare, infine, di essere stato e di sentirmi democristiano e, come tale, educato al senso delle istituzioni prima di tutto e prima di tutti, e quindi immune da quei modi di essere che considerano la politica come una battaglia fratricida e senza esclusione di colpi da combattere sempre e comunque contro qualcuno: non penso, quindi, che i comunisti mangino i bambini.
Ciò detto, debbo però negare di essermi mai intrattenuto, presso il “Mare chiaro” o in qualunque altro luogo, in conciliaboli di natura politica con l’on. Mario Oliverio: a lui, ex collega parlamentare, mi legano sentimenti decennali di stima e di amicizia e un doveroso (ci mancherebbe!) rapporto di cortesia personale ed istituzionale, che ho sempre vissuto, però, nella netta distinzione delle reciproche posizioni e dunque senza tacere le evidenti divergenze di impostazione nella ricerca delle soluzioni ai tanti ritardi della nostra terra ma al tempo stesso nella consapevolezza della enormità della sfida che implica il governo della nostra regione.
Così come debbo negare che, in forza delle citate presunte interlocuzioni con Mario Oliverio sia stato rinnovato alcunché al sottoscritto o alla Fondazione dei Calabresi nel Mondo: come è noto il mio ruolo non è soggetto a spoil system (dunque è solo per questa ragione che a differenza di tutti gli altri manager degli enti regionali sono ancora in carica) e le attività della Fondazione sono disciplinate da atti assunti precedentemente alla gestione Oliverio.
Sono invece, e naturalmente felice, che anche la nuova giunta regionale abbia potuto verificare la rigorosa correttezza della gestione della Fondazione dei Calabresi nel Mondo e la qualità del lavoro svolto e delle sue prospettive.
Anche per questa ragione, mi sento di rassicurarla, quindi, che mai e poi mai la Fondazione dei Calabresi nel Mondo sarà strumentalizzata in vista di qualsivoglia competizione elettorale: sotto la mia gestione non è stato mai fatto e mai sarà fatto.
La saluto cordialmente e. se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti, sono sempre disponibile ad incontrarla: anche a cena, ovviamente al “Marechiaro”.
Con stima
Pino Galati
Deputato Forza Italia
Pino Galati è politico accorto oltre che manager raffinato. Non metterebbe la sua faccia in una impresa che presentasse un deficit operativo rispetto agli obiettivi prefissati. Tuttavia per quanto accorto e per quanto raffinato, anche Pino Galati deve far ricorso a strumenti che assicurino solvibilità politica. La Fondazione Calabresi nel Mondo assolve in maniera eccellente questa funzione senza per questo avere scivoloni sul fronte del lavoro di promozione che si prefiggere di portare avanti in favore della Calabria. E tuttavia galeotte si stanno rivelando queste elezioni comunali di Lamezia, che finiscono con il mettere in evidenza il ruolo politico di società che economicamente dipendono esclusivamente dalla Regione. Non essendo affetti da strabismo daremo un’occhiata in entrambe le direzioni.
Intanto, però, doverosi complimenti per l’arguzia di Pino Galati, conferma della vecchia scuola Dc che in molti oggi sono costretti addirittura a rimpiangere. Concentrare l’attenzione della precisazione sulla data della cena senza minimamente intaccare i risultati che la cena ha prodotto è geniale. (pa.po.)
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