LAMEZIA TERME Sarà una semplice e costante coincidenza, ma è innegabile: il tasso occupazionale calabrese si impenna ogniqualvolta in Calabria si torna alle urne. Un contributo per ritoccare al rialzo dati storicamente drammatici lo hanno dato anche Pino Galati e il suo “giocattolo” istituzionale, la Fondazione calabresi nel mondo. Così fan tutti, avrà pensato il deputato di Forza Italia che, noncurante della temperie per lo scandalo “assunzioni pazze” di Calabria etica, il mese scorso ha dato il via libera a una nuova infornata di “assunzioni” nell’ente in house di cui è presidente.
Tra il 2 e il 6 febbraio, Calabresi nel mondo ha infatti messo sotto contratto altri 16 collaboratori, tutti in scadenza nel dicembre 2015. I loro compensi sono però top secret. La trasparenza, insomma, non sembra il punto forte dell’organismo che ha lo scopo di promuovere azioni per lo sviluppo del sistema economico regionale in collaborazione con i vari network dei calabresi residenti all’estero.
C’è da dire che “Fcnm” non utilizza fondi privati, ma gode dei finanziamenti della Regione che di volta in volta le affida progetti da sviluppare e poi realizzare.
LE ELEZIONI
La nuova campagna occupazionale avrà tutti i crismi della regolarità amministrativa e contabile. Il punto è che l’irrefrenabile voglia di “assumere” si impadronisce di Galati quasi sempre nell’imminenza di nuovi appuntamenti elettorali. E a tornare alle urne, stavolta, è proprio la sua città, il feudo colmo di consensi che ha fatto la sua fortuna politica: Lamezia Terme. Le amministrative di maggio rappresentano uno spartiacque per la città della Piana, governata negli ultimi 10 anni dal “rosso” Gianni Speranza. E il parlamentare azzurro, come sempre, vuole essere della partita e far sentire tutto il suo “peso”. Il suo “uomo” stavolta è l’avvocato Paolo Mascaro, che è appoggiato da Fi e da quasi tutti i partiti della galassia del centrodestra.
IL PRECEDENTE
Era già successo l’anno scorso, alla vigilia delle elezioni europee, con Galati in prima linea nel sostegno al suo “capocorrente” di partito, il dissidente berlusconiano Raffaele Fitto, poi eletto a Bruxelles con più di 284mila preferenze. Un boom clamoroso, al quale avrà certamente contribuito, almeno in piccola parte, anche il deputato lametino. La cui Fondazione, pochi mesi prima del d-day elettorale, ha “assunto” qualcosa come 111 collaboratori, tra dirigenti, segretari, esperti e assistenti. Nel solo mese di aprile, cioè un mese prima del voto del 25 maggio, i contratti sono stati 20. Il grosso del reclutamento è però avvenuto tra gennaio e marzo, con 51 contratti per altrettanti lavoratori. La somma fa 71 “dipendenti” in circa 4 mesi. Proprio niente male per un ente che avrebbe dovuto chiudere i battenti nel dicembre 2013.
D’altronde, che “Fcnm” non fosse un ente parsimonioso lo aveva già detto la Corte dei conti, secondo cui dal 2012 al 2013 l’ente in house avrebbe speso circa 1,3 milioni per i suoi contratti di collaborazione, a cui si devono aggiungere 70mila euro per consulenze di varia natura.
FITTO GODE
Fitto ha fatto incetta di voti in quasi tutti i collegi della circoscrizione Sud, ma il risultato ottenuto a Lamezia dal politico pugliese è davvero significativo: 1.644 preferenze. Ovvero: l’importanza di avere un “amico” influente in loco. L’ex governatore, il calabrese Peppe Scopelliti, per dire, nella città della Piana è riuscito a “incassare” molto meno, cioè mille voti e rotti.
GLI AMICI DI PINO
Miracoli di Galati, che negli anni è riuscito a salvare la sua Fondazione malgrado le acque in cui navigavano gli altri organismi sub-regionali fossero parecchio agitate. “Fcnm” era stata formalmente cancellata dalla “riforma Sarra”, che ha riordinato la galassia delle partecipate calabresi. La liquidazione sarebbe dovuta avvenire entro il dicembre 2013, ma un emendamento alla Finanziaria regionale 2014 (presentato dai consiglieri Morrone, Magno e Pacenza) fa slittare i termini al 30 giugno 2014. Poi non succede nulla, o quasi. Arriva infatti una nuova modifica alla “Taglia-enti”, sancita dalla legge 11 del 7 luglio: il termine ultimo per la liquidazione viene così posticipato al 31 dicembre 2015.
Le sorti di “Fcnm” tengono comunque banco fino alla fine, fino all’ultimo Consiglio della scorso legislatura, che si chiude con l’ennesimo tentativo di salvataggio della creatura di Galati.
È il 7 ottobre. L’allora capogruppo di Forza Italia, Ennio Morrone, chiede che sia discusso un nuovo ordine del giorno relativo alla Fondazione. Il presidente Talarico (lametino dell’Udc che con Galati non ha mai avuto un buon rapporto) si mette di traverso e spiega che la proposta era stata accantonata in Conferenza dei capigruppo per «perplessità» della minoranza. L’altro lametino di Fi, Mario Magno, insiste: è una pratica urgente e indifferibile, che può avere ricadute economiche importanti. È però Damiano Guagliardi (Federazione della sinistra) ad alzare le barricate e a paventare – con un certo fare profetico – possibili rischi: «La Fondazione è stata soppressa dall’attuale maggioranza, questa è una prova di forza del Consiglio finalizzata a consentire qualche assunzione irregolare». La seduta si scioglie e il provvedimento – il cui contenuto non è stato pubblicizzato – non viene votato. La Fondazione, di fatto, rimane in piedi. E nei mesi successivi iscrive a libro paga un altro centinaio di persone.
I “DIPENDENTI”
Ha fatto parecchio scalpore, nelle scorse settimane, il fatto che tra i lavoratori della Fondazione ci fosse pure Mogol. Ma quello del paroliere di Lucio Battisti non è l’unico nome noto presente nella lista dei dipendenti. Tra loro, fino al 31 dicembre scorso, figurava anche Giuseppe Bianco, che altri non è che l’attuale dirigente generale del dipartimento Presidenza nonché ex dirigente di settore al tempo di Peppe Scopelliti. Anche per il super manager un contratto di un anno (iniziato il 18 novembre 2013) come segretario della Fondazione. «Sono stato delegato dalla Regione per controllare i progetti», spiega Bianco interpellato dal Corriere della Calabria. «Come segretario – continua – non percepivo nulla, avevo solo delle indennità aggiuntive per gli accessi relativi alle varie pratiche. A quanto ammontavano? Al massimo 10-12mila euro all’anno».
Burocrati ma non solo. Tra i collaboratori figura anche Isabella Vento, figlia di Maurizio, che è coordinatore provinciale di Fi, il partito del presidente Galati. Ma “Fcnm” è un ente piuttosto trasversale, dal momento che si è avvalsa pure del contributo di due pezzi grossi della giunta Speranza a Lamezia, l’ex vicesindaco Francesco Cicione e l’ex assessore Giuseppina Crimi, entrambi in servizio dal 18 novembre 2013 al 31 dicembre 2014. Non c’era, fino a questa data, la cognata dell’assessore Tonino Costantino, Donatella Rocca. Che ha firmato il suo contratto solo lo scorso 2 febbraio.
ANALOGIE
E in Fondazione esistono anche i lavoratori ubiqui. Uno di questi è Fabio Verderami, fratello di Francesco, notista politico del Corriere della Sera. Per lui un lavoro alla corte di Galati dal 15 febbraio al 30 giugno 2014. Cinque giorni prima della scadenza (il 25 giugno), però, Verderami avvia la sua avventura anche in “Calabria Etica”. Dapprima con un contratto trimestrale, poi allungato fino al 2017. Non è l’unico punto di contatto con l’ente guidato, fino a pochi mesi fa, da Pasqualino Ruberto. Sia “Ce”, sia “Fcnm”, vantano in organico un collaboratore che di cognome fa Zinno. Il primo, quello in forza a “Calabria Etica”, è il figlio di Luigi, dirigente del settore Programmazione della Regione, si chiama Antonio e ha un contratto triennale partito nell’ottobre 2014; il secondo, in servizio nella Fondazione di Galati dallo scorso 6 febbraio, si chiama Antonino, e con il primo ha in comune la da
ta di nascita, nonché il luogo, Cosenza. Saranno la stessa persona? Chissà se Galati ne sa qualcosa.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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