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Terremoti, brevettato il pilastro che non fa cadere le case

VIBO VALENTIA Potrebbe essere il dispositivo ideato da quattro calabresi a rendere più tranquilli i sonni di Franco Gabrielli, il capo della protezione civile che negli ultimi giorni ha indicato ne…

Pubblicato il: 01/04/2015 – 10:37
Terremoti, brevettato il pilastro che non fa cadere le case

VIBO VALENTIA Potrebbe essere il dispositivo ideato da quattro calabresi a rendere più tranquilli i sonni di Franco Gabrielli, il capo della protezione civile che negli ultimi giorni ha indicato nella forte sismicità della regione uno dei suoi principali «incubi». Potrebbe – e ha gettato ottime basi per diventarlo – rappresentare la “panacea” contro ogni terremoto (anche quelli più violenti) perché in grado di lasciare pressoché integri edifici, ponti e muri, salvaguardando vite umane e prevedendo la messa in sicurezza “totale” delle strutture in cui viene applicato in fase di costruzione o dopo.
Il “pilastrino midollo” ha forse un nome senza pretese, ma promette di recuperare o di rendere già anticollasso le costruzioni in cemento armato.
Già brevettato, in questi giorni è stata avviata la fase preliminare agli studi sperimentali che avranno luogo dal 13 aprile fino a maggio presso il centro Enea di Roma – coinvolta anche l’Università di San Diego – dove sono stati realizzati tre prototipi di edifici in scala reale da sottoporre a sollecitazioni tali da indurne il crollo.
I risultati finora ottenuti presso il dipartimento di Strutture per l’ingegneria dell’Università “Federico II” di Napoli e presso il Centro tecnologico meridionale di Vibo – “cuore”, piedi e testa rimangono integri – sembrano essere incoraggianti, e ancora di più lo sono le prospettive che si aprono in relazione ai costi da sostenere: nessuna cifra a sei zeri, perché per dimenticare la paura di vedersi crollare casa addosso basta qualche centinaia di euro. Costi, in ultima analisi, sostenibili anche per gli enti, che potrebbero salvaguardare scuole e altre strutture pubbliche riducendo a monte – oltre ai potenziali rischi – i costi di rifacimento o smaltimento degli immobili danneggiati e i danni ecologici causati dalle polveri che si sollevano durante le demolizioni.
Sicurezza, dunque, e innovazione, per un brevetto che parla calabrese (ad averlo ideato e sperimentato sono stati i vibonesi Enzo Morelli, geologo, gli architetti Michele Miceli e Davide Romei e Mario Martina) e che trae la sua forza dagli alberi. È stato infatti il sistema ad anelli concentrici degli arbusti a ispirare il progetto, caratterizzato da un’armatura centrale inserita nei pilastri e nelle travi in corrispondenza dei nodi strutturali.
«L’idea – ha affermato Enzo Morelli – è nata dall’osservazione di come, in una costruzione terremotata che sta per crollare, un pilastro appare distrutto anzitutto al “piede”, sopra le fondazioni e sopra ai solai, e in “testa” sotto i solai dei piani superiori, mentre rimane integro nella parte centrale. Dotare la costruzione di un’armatura interna, al contrario di quanto avviene adesso, in modo da collegare le parti centrali del pilastro rimaste integre, significherebbe non farla crollare, perché si impedirebbe il distacco delle travi mantenute al loro posto dalle ulteriori armature centrali dei pilastri che rimangono integre anche dopo la distruzione delle armature perimetrali, con cui attualmente, ai sensi della vigente normativa antisismica europea – conclude – vengono armati i pilastri».

 

Zaira Bartucca
z.bartucca@corrierecal.it

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