CATANZARO Quaranta dipendenti della Fondazione Campanella, attraverso l’avvocato Grazia Papaleo, hanno notificato ai presidenti della giunta e del consiglio regionale, e al commissario ad acta per il piano di rientro, una diffida «ad attuare – si legge in una nota – quanto stabilito da decreti, leggi e tavoli istituzionali, la cui mancata attuazione ha inciso sulla crisi economica della Fondazione». Nella diffida vengono ripercorsi e citati gli atti pubblici – statuto, leggi regionali e protocolli d’intesa – che hanno accompagnato tutte le fasi dell’esistenza della Fondazione. Ma l’iniziativa dei dipendenti fa soprattutto riferimento a un documento – la delibera 395 del 6 ottobre 2014 di cui avevamo già scritto a fine febbraio – in cui tutta l’ex giunta regionale, allora guidata dal presidente facente funzioni Antonella Stasi, ha sostanzialmente ammesso le responsabilità della Regione nella crisi finanziaria della Fondazione. Proprio per far fronte a tale situazione, nella delibera si specifica che l’Avvocatura regionale e i legali della Fondazione avevano elaborato e condiviso una bozza di transazione proprio per 29 milioni di euro, documento la cui efficacia veniva sospesa fino all’approvazione della giunta e del consiglio regionale. Infine, nel documento si attestava come i massimi organi politici della Regione si fossero pronunciati positivamente sulla transazione e che l’allora commissario Pezzi avesse dato disponibilità a procedere con tale soluzione sebbene tutto l’iter fosse propedeuticamente vincolato all’individuazione della copertura finanziaria. La copertura era impossibile da trovare nel bilancio 2014, pertanto ogni manovra veniva rinviata ai bilanci 2015 e 2016. Nella diffida, infine, si chiede un incontro urgente tra una delegazione di dipendenti e i destinatari dell’atto.
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