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Omicidio Taranto, gli indagati sentiti in Procura

COSENZA Proseguono a ritmo serrato le indagini sulla morte di Antonio Taranto, il 26enne ucciso all’alba di domenica a via Popilia, quartiere popolare di Cosenza. Questa mattina, negli uffici della…

Pubblicato il: 02/04/2015 – 14:11
Omicidio Taranto, gli indagati sentiti in Procura

COSENZA Proseguono a ritmo serrato le indagini sulla morte di Antonio Taranto, il 26enne ucciso all’alba di domenica a via Popilia, quartiere popolare di Cosenza. Questa mattina, negli uffici della Procura di Cosenza, sono state sentite due delle tre persone indagate per l’omicidio del giovane. La Procura ha iscritto Domenico Mignolo e Leonardo Bevilacqua nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio e porto illegale di armi. Una terza persona, la moglie di Bevilacqua, è indagata invece per favoreggiamento. Nella tarda serata di martedì è stata eseguita l’autopsia da parte dei medici legali Berardo Silvio Cavalcanti e Vannio Vercillo.
Sulle indagini – coordinate dal procuratore capo Dario Granieri e condotte dai pm Donatella Donato e Antonio Bruno Tridico – vige comunque uno stretto riserbo. Oggi sono stati ascoltati Bevilacqua e la moglie che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Al momento sembrerebbe che l’omicidio non possa essere collegato alla criminalità organizzata.
Secondo quanto emerso, Taranto e Bevilacqua sabato notte si trovavano in una discoteca di Rende assieme ad altre persone. Quindi sarebbe scoppiata una lite sfociata soltanto in un’aggressione verbale tra il gruppo di Bevilacqua e altre persone che erano assieme a Domenico Mignolo. I due gruppi avrebbero discusso e poi si sarebbero dati appuntamento a via Popilia dove abitano Mignolo, Bevilacqua, la vittima e anche altre persone che erano con loro nel locale. Attorno alle quattro di notte arriva una segnalazione alle forze dell’ordine che giungono a via Popilia e trovano Taranto in fin di vita. Morirà durante il trasporto in ospedale per ferite di arma da fuoco riportate alla spalla. Nell’immediatezza dei fatti sono iniziate le indagini per cercare di capire che cosa fosse successo all’alba di domenica nel secondo lotto di via Popilia, dove abitano Mignolo e Bevilacqua. Mentre Taranto abitava all’ultimo lotto.
I carabinieri, guidati dal comandante del Reparto operativo, il tenente colonnello Vincenzo Franzese, si sono messi subito al lavoro e hanno ascoltato in caserma Mignolo – già noto alle forze dell’ordine e recentemente condannato, assieme ad altre persone, per alcune intimidazioni compiute ai danni dell’amministrazione di Marano Marchesato –. Nel corso di una perquisizione nella sua casa (di fronte alla palazzina nella quale sarebbe avvenuto l’omicidio) i militari hanno trovato un proiettile simile a quelli esplosi dalla pistola, una calibro 38, con la quale sarebbe stata sparata la vittima. La polizia, invece, ha ascoltato Bevilacqua – anche lui già noto alle forze dell’ordine – e la moglie, proprietari dell’appartamento che si trova nello stabile in cui è stato trovato Taranto: il 26enne, infatti, era riverso tra il piano rialzato e il primo piano dove abita Bevilacqua. Davanti all’appartamento di Bevilacqua sono state trovate macchie di sangue. La coppia è stata sentita dalla polizia alla quale – secondo gli inquirenti – avrebbe fornito dettagli non corrispondenti al vero. Per questo motivo i due, in un primo momento, sono stati indagati per favoreggiamento. Anche Mignolo, sentito dai carabinieri e dal pm Donatella Donato – che sta lavorando intensamente al caso senza tralasciare alcun dettaglio – inizialmente avrebbe riferito particolari contrastanti con i rilievi eseguiti. Per questo, Mignolo dapprima è stato iscritto nel registro degli indagati per false dichiarazioni rese al pm. Ma, lunedi mattina, la Procura ha modificato la contestazione a Mignolo e Bevilacqua indagando entrambi per l’omicidio di Taranto. Si tratta – precisano gli inquirenti – di un atto necessario e a tutela degli indagati per poter permettere loro di partecipare all’esame autoptico, trattandosi di un atto irripetibile. Si attendono quindi gli esiti dell’esame autoptico che dovrebbero essere resi noti entro sessanta giorni. Da prime indiscrezioni sembrerebbe che il giovane sia stato ferito da un solo colpo esploso da una calibro 6.75. E che le macchie di sangue sono state trovate dall’alto verso il basso tra il primo piano e il piano rialzato, spazio in cui è stato trovato Taranto quasi esamine. Intanto, nel pomeriggio di mercoledì si sono svolti i funerali del ragazzo.

m. m.

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