In questa settimana la scena artistica italiana, dalla televisione al cinema, ha registrato la presenza di tre artisti calabresi che hanno rappresentato con successo di critica e di pubblico le loro ultime opere. Mi riferisco a Giuseppe Gagliardi con la sua fiction “1992” prodotto e trasmesso da Sky; a Fernando Muraca che ha presentato la sua opera prima “La terra dei Santi” e a Massimo Ivan Falzetta con il suo originale progetto sulla nascita delle radio libere il docufilm “Onde road”.
Queste notizie mi riempiono di gioia e sono orgoglioso che la Calabria esprima una generazione artistica di alto livello, sulla scia dei grandi come Gianni Amelio, Vittorio De Seta o di grandi maestri della fotografia come Mario Fiore, tanto per citare i primi che vengono in mente.
Resta il rammarico, però, di trovarci ancora una volta di fronte a una realtà che costringe i giovani calabresi ad emigrare per avere successo. La Calabria, a differenza di altre regioni italiane, si auto emargina ancora di più nonostante i tentativi positivi operati in passato attraverso la nascita di strutture come il teatro Stabile della Calabria, ovviamente mi riferisco a quello creato a Cosenza per iniziativa di Vincenzo Ziccarelli, l’Accademia d’arte drammatica della Calabria, nata a Palmi su iniziativa del sottoscritto, e la fondazione Calabria Film Commission, voluta dal presidente Agazio Loiero, ridotta a un limbo dalla sciagurata gestione Scopelliti.
Il presidente Mario Oliverio sul piano istituzionale ha scelto ora la soluzione del commissarianento, attraverso la nomina di un qualificato dirigente come Pasquale Anastasi, per risollevare le sorti dell’Ente. L’augurio di tutti gli operatoti calabresi e, ora, che questa fase sia superata in tempi brevi e che all’ente regionale sia restituito il ruolo e il prestigio delle origini per ricucire un rapporto con le realtà culturali calabresi e rilanciare l’immagine di una regione che avrebbe tanto da raccontare all’Italia e al mondo.
*ex presidente Calabria Film Commission
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