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Niente messa al "Fermi", la preside si difende

COSENZA La preside del liceo scientifico “Fermi” di Cosenza, Michela Bilotta, non ne può più delle polemiche. Anche questa volta la sua scuola è finita nuovamente sotto i riflettori, anche se l’int…

Pubblicato il: 03/04/2015 – 12:27
Niente messa al "Fermi", la preside si difende

COSENZA La preside del liceo scientifico “Fermi” di Cosenza, Michela Bilotta, non ne può più delle polemiche. Anche questa volta la sua scuola è finita nuovamente sotto i riflettori, anche se l’intenzione di Bilotta era esattamente opposta. La dirigente scolastica ha sospeso il precetto pasquale dopo che le è arrivata una circolare dell’Uaar (l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) intimando la scuola di non commettere il reato di lesa maestà, così come è avvenuto anche per un istituto di Amantea. La preside, lo scorso febbraio, era stata sospesa dal ministero della Pubblica istruzione per 15 giorni per alcuni esposti presentati dai sindacati nei suoi confronti. La decisione del Miur, probabilmente, era collegata a una prima ispezione ministeriale, avvenuta a scuola lo scorso settembre dopo gli esposti di Flc Cgil, Cgil scuola e Uil scuola. La querelle tra sindacati e la preside riguardava la proposta di “esternalizzare” le lezioni di educazione fisica, relegandole in una palestra privata. Si è poi allargata anche alle lezioni pomeridiane a pagamento, cioè da fare con il sostegno economico delle famiglie degli alunni. Ma la dirigente scolastica ha sempre motivato le sue decisioni. Quello che, adesso, proprio non tollera è l’attacco mediatico e no alla sua scuola, che vuole difendere con le unghie e con i denti. Per questo, sul precetto pasquale, ha voluto fare un passo indietro, anche se i ragazzi hanno deciso di partecipare ugualmente alla messa. «Organizzavamo il precetto come ogni anno – ha detto – ma, dopo l’arrivo della circolare di questa associazione, ho pensato di non portare la questione nel consiglio d’istituto proprio per non far ripiombare la scuola nella bufera mediatica. E i ragazzi si sono autodeterminati. Non voglio più polemiche sulla mia scuola. Per quello che riguarda la mia persona mi difenderò nelle sedi opportune, ma devo tutelare l’istituto che guido perché è composto da bravi ragazzi e da docenti preparati, che meritano di lavorare tranquillamente».

 

Mirella Molinaro

m.molinaro@corrierecal.it

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