VIBO VALENTIA Ad un anno dallo stop per la processione dell’Affruntata di Sant’Onofrio, bloccata per impedire infiltrazioni della ‘ndrangheta, seguito dalla sospensione delle processioni nella diocesi di Oppido dopo l’omaggio reso a luglio al locale boss con l’inchino della statua della Madonna delle Grazie davanti alla sua casa, le processioni sembrano tornare alla normalità in Calabria, ma rimangono sorvegliate speciali.
A Sant’Onofrio, in migliaia si sono ritrovati per il ritorno del rito secolare dell’Affruntata, la processione della mattina di Pasqua, che simboleggia la resurrezione di Cristo e l’incontro con San Giovanni e la Madonna. Accalcata nella via principale del paesino in provincia di Vibo Valentia, la folla ha atteso il momento clou della processione, quando alla statua della Madonna Addolorata è stato strappato il velo nero del lutto che le avvolgeva le spalle. Un gesto tradizionale segnato dagli applausi che hanno sanato la “ferita”, provocata lo scorso anno dall’annullamento della processione in segno di protesta contro la decisione presa all’epoca dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, che aveva stabilito che a portare le statue dovevano essere i volontari della Protezione civile. Quest’anno a dettare le regole per lo svolgimento e l’organizzazione della tradizionale processione è stato il vescovo di Mileto, mons. Luigi Renzo, il cui rigido regolamento prevede che i portatori siano estratti tramite sorteggio da elenchi precedentemente stilati, da cui sono esclusi gli imputati e i condannati per mafia, ma anche coloro i quali “non abbiano dato segni pubblici di pentimento e ravvedimento”. Quest’anno, a portare in spalla la statua dell’Addolorata sono stati alcuni amministratori.
Anche a Stefanaconi, paese poco distante, si è ripetuto secondo tradizione il rito dell’Affruntata. Qui, lo scorso anno, per evitare ingerenze delle cosche locali, era stato stabilito che, a portare le statue, fossero componenti della Protezione civile. A Oppido Mamertina invece, a portare la statua dell’Addolorata in occasione della riproposizione della Via Crucis e della processione del Venerdì Santo, sono state le donne, “scortate” dal sindaco Domenico Giannetta e dal maresciallo dei carabinieri Andrea Marino che, di fronte all’inchino, nel luglio scorso, aveva ordinato ai suoi uomini di andarsene dalla processione. All’epoca, i portatori della statua della Madonna delle Grazie avevano fatto una sosta di fronte alla casa del boss Giuseppe Mazzagatti per un “inchino”, immediatamente denunciato alle autorità dal maresciallo Marino. Da allora, le processioni erano state sospese nella diocesi per decisione del vescovo Francesco Milito, che solo una settimana fa ha dato via libera alla celebrazione dei riti, auspicandone lo svolgimento in un clima di austerità, silenzio e di preghiera.
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