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Ecco la sanità che sogna Oliverio

LAMEZIA TERME In principio c’erano le Usl, le unità sanitarie locali distribuite su tutto il territorio regionale. Poi è stata la volta delle Asl, che in Calabria erano 11. Quindi, con l’entrata in…

Pubblicato il: 08/04/2015 – 14:54
Ecco la sanità che sogna Oliverio

LAMEZIA TERME In principio c’erano le Usl, le unità sanitarie locali distribuite su tutto il territorio regionale. Poi è stata la volta delle Asl, che in Calabria erano 11. Quindi, con l’entrata in vigore della legge regionale 9/2007, le aziende sanitarie sono diventate 5, una per ogni provincia più le Ao di Cosenza, Reggio e Catanzaro. E adesso, con la proposta di legge approvata dalla giunta regionale lo scorso 20 marzo, si va verso un ulteriore riforma del sistema sanitario regionale con l’istituzione di un unico ente regionale che comprenderà le Aziende sanitarie e ospedaliere attualmente esistenti.
Si chiamerà Asor (Azienda sanitaria e ospedaliera unica regionale) e, stando a quanto si legge nel testo della proposta di legge pubblicato sul Burc, la sua creazione non comporterà «ulteriori oneri finanziari rispetto a quelli già iscritti nel bilancio della Regione Calabria». La proposta partorita dall’esecutivo guidato da Mario Oliverio si propone di riorganizzare l’assetto della sanità calabrese in maniera più efficiente e meno dispersiva, ponendo rimedio alla «eccessiva burocratizzazione del sistema», alla «frammentazione organizzativa» e, soprattutto, all’«importante consumo di risorse» relativo alle strutture tecnico-amministrative e agli uffici di staff dei 9 direttori generali attualmente in carica nelle aziende. L’obiettivo dichiarato, quindi, è il superamento della diarchia ospedale-territorio, perché «le esperienze di queste fattispecie organizzative non hanno favorito la necessaria integrazione, oramai indispensabile, dei percorsi assistenziali sempre più complessi in una popolazione con valori piuttosto elevati di malattie croniche».
«In tal senso – è scritto ancora nella relazione illustrativa della proposta di legge – deve essere interpretata la scelta a favore di un’Azienda Sanitaria e Ospedaliera Regionale (A.S.O.R.) che, pur nell’ambito di un apparente accentramento, di fatto si pone come lo strumento concreto attraverso cui recuperare a finalità unitarie gli obiettivi di programmazione e di alta amministrazione, consolidando, nello stesso tempo, a livello locale, in zone geografiche territoriali omogenee, tutti gli aspetti di natura assistenziale ed erogativi e, con essi, l’insieme dei rapporti con l’utenza, con gli operatori e con le amministrazioni locali».
La proposta di legge è composta da tre articoli e prevede che l’Asor subentri nelle funzioni e nei rapporti attivi e passivi a tutte le aziende preesistenti. Organi dell’Azienda unica saranno il direttore generale, il collegio di direzione e il collegio sindacale. Alla data di entrata in vigore della legge, gli organi in carica nelle Asp e nelle Ao cesseranno le loro funzioni e la giunta regionale nominerà un commissario straordinario che dovrà esercitare le funzioni dirigenziali in via provvisoria e adottare, entre tre mesi, tutti gli atti necessari all’accorpamento. Nell’arco dei trenta giorni successivi, quindi, la giunta nominerà il direttore generale. La proposta di legge prevede, inoltre, che gli atti aziendali approvati restino validi – «per quanto applicabili» – per non oltre sei mesi dopo l’entrata in vigore, termine entro il quale il dg dell’Asor dovrà sottoporre l’atto aziendale all’approvazione della giunta regionale. «L’atto aziendale dell’Asor – recita l’articolo 2 della proposta di legge – prevede un’area territoriale, anche articolata in ambiti, ed un’area ospedaliera, dotate di autonomia gestionale e tecnico-professionale e definisce l’assetto organizzativo dell’Azienda secondo il modello dipartimentale, garantendo l’esercizio unitario delle funzioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, nonché il coordinamento e l’integrazione tra l’attività dei servizi territoriali e quella dei presidi ospedalieri e tra quella delle strutture aziendali e gli erogatori privati accreditati». Infine resta confermata, «in attesa del riordino complessivo della rete ospedaliera», l’Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” di Catanzaro che, dunque, non rientrerà nell’Asor. La proposta formulata dalla giunta, ovviamente, dovrà passare all’esame sia del consiglio regionale che del Tavolo Massicci.

Sergio Pelaia

s.pelaia@corrierecal.it

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