PAOLA Non ci sarebbe stata alcuna estorsione. Il tribunale di Paola ha assolto gli imprenditori cosentini Piero Citrigno e Fausto Aquino. Secondo l’ipotesi accusatoria, i due avrebbero costretto l’imprenditore emiliano Angelo Marani – titolare dell’ex Emiliana tessile – a svendere l’azienda da lui realizzata nel comune di Cetraro. Nell’inchiesta, avviata dalla Procura di Paola, era finito anche l’ex sindacalista della Cgil Franco Mazza, che però ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Citrigno e Aquino, in uno con l’ex sindacalista Mazza, avrebbero esercitato pressioni illecite nei confronti di Marani fino a costringerlo a cedere l’azienda tessile di Cetraro al prezzo di 850mila euro «notevolmente inferiore al reale valore del bene». Questa l’accusa posta a base del rinvio a giudizio per l’estorsione nei confronti dell’imprenditore emiliano. Tale condotta – per l’accusa – si sarebbe concretizzata nel corso di un incontro che Citrigno e Mazza avrebbero avuto con l’imprenditore Marani in quel di Bologna, dove Citrigno avrebbe imposto «la vendita al prezzo da lui unilateralmente stabilito» e avrebbe sentenziato: «Il prezzo è quello di ottocentocinquantamila euro non trattabili e ringraziami di averti creato una via d’uscita dalla Calabria e se non ti va bene, ti deve andare bene lo stesso». Accuse sempre respinte dai due imputati e smontate, nel corso del dibattimento, dalle loro difese. Questa mattina, il pm Francesco Verderese, aveva chiesto sei anni di reclusione per i due imprenditori. Ma il tribunale di Paola, oggi pomeriggio, dopo una camera di consiglio durata alcune ore, ha assolto Citrigno e Aquino perché il fatto non sussiste.
Nel collegio difensivo tra gli altri, i legali Vito Caldiero difensore di Citrigno; Gino Perrotta di Fausto Aquino; Sandro Gaeta di alcuni dipendenti dell’ex stabilimento che si sono costituiti parte civile; Francesco Scrivano legale di Mazza; Eugenio Artusa avvocato del Comune di Cetraro (parte civile).
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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