CATANZARO Ha fatto scalpore la decisione di Xi Jin Ping di aumentarsi lo stipendio del 60%. Il presidente cinese adesso guadagnerà 1.600 euro al mese, a fronte dei mille percepiti prima. In Calabria gli “auto-aumenti” delle retribuzioni non sono così rare come nel Celeste impero. L’ex commissario di Calabria lavoro, Pasquale Melissari, per dire, si era riconosciuto un’indennità di risultato di 40mila euro per gli obiettivi raggiunti nel 2012. Ma l’antesignano dei premi in denaro “fai da te” non è lui. Sabrina Santagati, attuale direttore generale ed ex “commissaria” dell’Arpacal, ci aveva pensato già nel 2011.
La manager era stata chiamata dal governatore Peppe Scopelliti per mettere ordine nell’Agenzia regionale per l’Ambiente. Una mission complicata, che merita la giusta considerazione in termini economici. E così il commissario Sabrina Santagati decide di riconoscere al commissario Sabrina Santagati una “retribuzione di risultato” di quasi 25mila euro.
Tutto in regola? Pare di sì, a leggere la delibera del 30 dicembre 2011, nella quale il commissario Santagati attua un suo disinteressato sillogismo e specifica che «il trattamento economico previsto per il commissario è stato ritenuto equivalente a quello del direttore generale e che, pertanto, ciò deve ritenersi valere anche per quel che riguarda gli elementi accessori della retribuzione». Premessa confortata anche dal fatto che «i contratti sottoscritti dai direttori generali dell’Agenzia con la Regione Calabria prevedevano che il trattamento economico potesse essere integrato di un ulteriore quota fino al 20% dell’importo totale lordo, sulla base dei risultati di gestione ottenuti dalla realizzazione degli obiettivi fissati annualmente dalla Regione Calabria». Cioè: il commissario Santagati certifica i risultati di gestione (che fanno scattare il 20% in più di retribuzione) raggiunti dal commissario Santagati.
Lo sdoppiamento della personalità è però durato poco. Il 4 aprile 2012, infatti, finisce il commissariamento e Santagati lascia l’incarico all’Arpacal. Non fa però in tempo però ad abbandonare il suo ufficio che subito ci rientra in qualità di direttore generale, nominata dal cda dell’Agenzia assieme al direttore amministrativo Pietro De Sensi e al direttore scientifico Oscar Renato Ielacqua.
Da quel momento in poi, la dg non ha più avuto bisogno di ricorrere a deduzioni aristoteliche per veder riconosciuto in busta paga il suo impegno amministrativo. I suoi 124mila euro all’anno le arrivano puntuali e in via automatica. Senza bisogno di alcuna delibera interessata.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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