CATANZARO Oliverio preso in giro da Scura e Urbani. Il decreto sulla nuova rete ospedaliera regionale, secondo la deputata del M5S Dalila Nesci, rappresenta un “colpo gobbo” del duo commissariale ai danni del governatore. Le cui richieste di modifica non avrebbero sortito nulla. Il decreto, insomma, è rimasto così come l’avevano concepito I due delegati per l’attuazione del Piano di rientro. «Lo scorso 31 marzo – dice Nesci in una lettera inviata al governatore – ho incontrato a Catanzaro il commissario e il subcommissario per l’attuazione del piano di rientro dal debito sanitario della Calabria. Gli stessi, Massimo Scura e Andrea Urbani, mi hanno anticipato che di lì a poco, esattamente giovedì 2 aprile, sarebbe uscita la nuova rete dell’assistenza, ritenuta dal primo di urgente approvazione. Ne ho chiesto dunque contezza e ho fortemente contrastato la loro ipotesi di tre Cardiochirurgie, peraltro distribuite male. Contestualmente, ho anche avversato la mancata riattivazione dell’ospedale di Praia a Mare (Cosenza), obbligatoria per via di una recente sentenza del Consiglio di Stato, e di un punto di primo intervento a Rogliano (Cosenza), che lei caldeggiava prima di diventare presidente della Regione».
«Giovedì 2 aprile – prosegue la parlamentare – lei ha incontrato Scura e Urbani, i quali le hanno promesso di rivedere lo schema della rete, che avrebbero licenziato a sua insaputa, se io non avessi divulgato la notizia dell’imminente decretazione. Con grande meraviglia, oggi quel decreto sulla rete è uscito tale e quale, datato proprio 2 aprile, senza una sola modifica. Lo si può vedere scaricandolo dal sito Internet del dipartimento regionale Tutela della Salute. Come potrà notare lei stesso, caro governatore, non vi è alcun ritocco: tre erano le Cardiochirurgie, due delle quali paradossalmente a Catanzaro, e tre sono rimaste. Al contrario, seguendo tutte le indicazioni tecniche finora uscite da ministeri e ministri, esse dovevano essere due, pure per come previsto dai decreti già vigenti del precedente commissario per il rientro. Invece Urbani e Scura hanno preferito abbondare; il perché lo troveranno poi, a comodo loro, a prescindere dagli sprechi. Per ora, a noi rimane un dato: lei è stato preso platealmente in giro da Scura e Urbani, mentre i media, assieme al segretario del Pd regionale, Ernesto Magorno, hanno parlato di una sua buona collaborazione istituzionale con la commissione per il Rientro».
«Esiste un’altra possibilità, cui io non credo proprio – insiste Nesci –, e cioè che lei sia d’accordo con Urbani e Scura e reciti la parte del pio che non sa; magari perché i suoi collaboratori, Franco Iacucci e Gaetano Pignanelli, non sempre sono solerti nel riferirle e ricordarle le vicende della Regione.
Tenga conto che nella nuova rete – targata Urbani, amico del ministro Lorenzin – c’è stata una moltiplicazione dei posti letto a Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), con la riesumazione di un’unità operativa disattivata per legge. Lì i senatori Ncd Nico D’Ascola e Giovanni Bilardi hanno, si sa, un loro feudo elettorale.
Inoltre, nella nuova rete l’ospedale di Trebisacce (Cosenza) è rimasto casa della salute, nonostante le garanzie di riattivazione che lei aveva dato, caro governatore, proprio come per Praia a Mare. Sullo specifico decreto, il numero 9, per ora ci fermiamo qui».
«Ulteriore perla del tandem Scura-Urbani – conclude la deputata – è il decreto 10, che riorganizza la rete dell’assistenza oncologica affermando che l’attuale rete ha troppi posti letto; con tanti saluti ai vibranti e quotidiani richiami alla lotta alla migrazione sanitaria e alle mille promesse ai lavoratori della Fondazione Campanella, anche questa volta gabbati. Posto che faremo il nostro lavoro, come sempre, con interrogazioni e altri atti parlamentari, per concludere le chiedo: lei condivide questi decreti o delle sue indicazioni la coppia Scura Urbani non ha tenuto conto, ritenendosi padrona della sanità calabrese? Potrebbe anche essere, in ultima analisi, e in tal caso ce lo dica, che la sanità calabrese stia partecipando alla nota trasmissione “Scherzi a parte”».
x
x