COSENZA Il sostituto procuratore di Cosenza, Maria Francesca Cerchiara, ha chiesto il rinvio a giudizio per le persone indagate per la morte del piccolo Giancarlo Esposito, il bimbo di 4 anni deceduto lo scorso 2 luglio nel Kinder Garden, la struttura all’interno della piscina comunale di Campagnano, a Cosenza. Nello scorso mese di febbraio aveva chiuso le indagini ha iscritto nel registro degli indagati cinque persone. Si tratta di Carmine Manna (legale rappresentante della società), e delle educatrici Franca Manna, Luana Coscarello, Martina Gallo e Ilaria Bove. Tutti – è scritto nel provvedimento – per negligenza, imperizia e imprudenza avrebbero causato la morte del piccolo Giancarlo, annegato mentre si trovava in una piscina del Kinder Garden. Il piccolo sarebbe deceduto per «insufficienza respiratoria acuta conseguente ad asfissia meccanica, violenta e primitiva, determinata da annegamento in acqua dolce (piscina)».
Venerdì scorso il professore Luigi Strada, consulente di parte della famiglia Manna, ha ispezionato alcuni vetrini relativi all’esame autoptico.
Le indagini, coordinate dal procuratore capo Dario Granieri, sono state condotte dalla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri del tribunale di Cosenza.
In particolare, Carmine Manna in qualità di legale rappresentante del Consorzio cosentino gestione impianti sportivi (Cogeis), avrebbe fatto usare la piscina per la riabilitazione fisioterapica per le attività del Kinder Garden Estate 2014. E, inoltre, sarebbe coinvolto nell’accaduto proprio in qualità di responsabile dei corsi ludici estivi e selezionatore del personale del Kinder Garden e nello specifico gli altri quattro indagati. Carmine Manna avrebbe «omesso di adottare tutte le misure di sicurezza per evitare incidenti a terzi».
Ora, il prossimo 20 maggio, il gip Giuseppa Ferrucci deciderà sull’eventuale rinvio a giudizio degli indagati.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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