CATANZARO Sanità, sempre sanità, ancora sanità. È questo il tema che affolla i pensieri di Mario Oliverio, e non potrebbe essere diversamente perché è il cardine attorno al quale ruota gran parte dell’azione di governo regionale e, purtroppo per il presidente, la gestione non è affidata a lui, ma al commissario ad acta Massimo Scura.
Ma Oliverio non ci sta a passare da gregario nella corsa che, qualora si riuscisse a giungere a traguardi importanti, potrebbe regalargli gloria e onori buoni per farlo governare tranquillamente per i prossimi anni. E allora continua a spronare il commissario Scura, a sottolineare come la Regione abbia un ruolo attivo e decisionale sulla sanità e sul piano di riorganizzazione della rete ospedaliera.
Lo ha fatto anche ieri, durante il suo intervento alla direzione regionale del Partito democratico convocata ad Amaroni, dove, davanti a una platea di iscritti al partito, ha nuovamente rilanciato idee e proposte per ridare slancio a ospedali e servizi sanitari, non prima di aver sottolineato come le sue richieste siano state ascoltate e accolte da Scura. «Dopo cinque anni di commissariamento fallimentare – ha detto il governatore –, credo che sarebbe stato giusto affidare, in questo scorcio di fine Piano di rientro, la responsabilità della sanità a chi ha avuto il consenso degli elettori. Ma non è stato così e va bene, però la Regione non rinunzierà a essere soggetto con il quale bisogna confrontarsi. Il piano di riorganizzazione della rete sanitaria, salvo i capisaldi generali che sono stati da noi osservati come il problema dei posti letto ridotti, ad esempio, non va bene e deve essere oggetto di ulteriori approfondimenti».
Oliverio è quindi entrato nello specifico, con un passaggio interamente dedicato a Reggio Calabria e alla cardiochirurgia: «È una vergogna che si siano investiti 40 milioni di euro per tenere chiusa una struttura che ha tutti gli strumenti all’avanguardia per offrire un servizio di alto profilo ai reggini e a tutti i calabresi. Ecco perché ho chiesto che il reparto di Cardiochirurgia fosse inserito nel piano della rete ospedaliera e lo abbiamo ottenuto».
Poi il monito, urlato con il fervore del combattente. «Voglio dirlo chiaramente e ripeterlo ancora una volta – ha aggiunto Oliverio –: attenzione, quando parlo di modifiche e correzioni, non parlo affatto della riapertura di meccanismi di canali di spesa al di fuori di ogni controllo. Parlo di riqualificazione in relazione ai bisogno del territorio. La stagione dell’utilizzazione della sanità per favorire gli amici e gli accordi, deve essere chiusa. Chiusa. Spenderò fino all’ultima goccia di sangue perché questa vergogna sia chiusa. Al centro della nostra azione politica ci sarà il bene comune».
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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