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Sonni: «Battuta l'arroganza Pd»

LAMEZIA TERMEQuanto avrebbe scommesso sulla sua vittoria?«Diciamo che pensavo di avere il 50% delle possibilità. Sapevo che saremmo stati vicini al Pd, ma sinceramente non immaginavo di evitare il …

Pubblicato il: 13/04/2015 – 13:48
Sonni: «Battuta l'arroganza Pd»

LAMEZIA TERME
Quanto avrebbe scommesso sulla sua vittoria?
«Diciamo che pensavo di avere il 50% delle possibilità. Sapevo che saremmo stati vicini al Pd, ma sinceramente non immaginavo di evitare il ballottaggio. Ecco, questo 42% è stato una sorpresa».
Il trionfo di Tommaso Sonni alle primarie di Lamezia è una sconfitta bruciante per il Pd. Da mesi impantanato nel tentativo di individuare un candidato unico – sia del partito, sia della coalizione – ha fallito al primo step elettorale. Sarà il leader di Città reattiva a incrociare le spade con le armate del centrodestra, guidate da Paolo Mascaro e Pasqualino Ruberto.
Il Pd ha peccato di arroganza?
«Un po’ sì. Sono state fatte scelte significative: chi le condivideva era dentro, chi no era fuori. Ma servono almeno due ragionamenti. Il Pd sconta le difficoltà dell’ultimo anno. Il partito è stato frammentato, con modi diversi di intendere la politica e il rapporto con l’amministrazione comunale. Una stranezza che si è verificata sia con la giunta Speranza sia con quella Lo Moro. Negli ultimi mesi il problema si è accentuato, e questo ha portato alla nomina del commissario Soriero. Che ha tentato il tutto per tutto per addivenire a una sintesi sul candidato. Alla fine è stato scelto Enzo Richichi che, devo dire, mi ha messo molto in difficoltà».
È un professionista stimato…
«Infatti lo avevo contattato prima io per una collaborazione col mio movimento. Salvo poi trovarmelo dopo poche ore come avversario. Ma il Pd ha messo in atto altre provocazioni, cercando di nominare altre personalità che stavano con me in Città reattiva. Ora posso dire che la nostra è stata la vittoria della gente comune, di quelli che, senza alcuna tessera, si sono messi insieme per cambiare la città. È una vittoria sulle “sintesi” calate dall’alto».
A parte i suoi meriti e quelli del suo movimento, ammetterà che il teatrino dem le ha dato un bell’aiuto…
«I lametini hanno espresso disgusto per questo teatrino. Ma non bisogna sottovalutare le energie che abbiamo messo in campo: non ci siamo certo risparmiati».
Cosa succederà ora? Gli altri pezzi di centrosinistra rappresentati da Rosario Piccioni e Francesco Grandinetti si uniranno a lei?
«Entrambi hanno guardato con grande attenzione a questa nuova modalità di azione politica. Io ho dichiarato di volermi caricare addosso i vent’anni dell’esperienza del centrosinistra a Lamezia. Piccioni e Grandinetti hanno capito il senso delle mie parole. Ieri sera ho già manifestato il mio interesse verso le loro posizioni così come verso il Pd. L’obiettivo è rimettere insieme questi cocci. Do la mia disponibilità: chi vuole si faccia avanti, nel segno di una “città bella” da mettere al servizio di una “regione bella”. Noi non rivendichiamo nulla, se non la volontà di una regione che programmi seriamente. E i programmi di questo tipo non potranno non avere al centro Lamezia».
Adesso arriva la sfida più difficile. Come si batte il centrodestra?
«Bella domanda. Le loro difficoltà interne potrebbero essere utili al centrosinistra. Ma anche Mascaro e Ruberto, devo dirlo, presentano novità di programma che devono essere prese in considerazione. Prima, però, bisogna rifiutare alcuni dei loro legami politici e soprattutto certi modi di intendere l’amministrazione pubblica, che tanti danni hanno fatto in questi anni».

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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