COSENZA Sono circa 1.800 i beni confiscati in Calabria alla criminalità organizzata, di cui 1.650 sono immobili e 600 assegnati ai Comuni ma non utilizzati. Solo 71 sono quelli gestiti dal terzo settore. E’ quanto emerge dai dati incrociati dell’associazione Libera e dell’Agenzia per i beni confiscati. I dati sono stati illustrati a Cosenza nel corso di un incontro svoltosi nella sede di Unindustria sulle esperienze di gestione e riutilizzo dei beni confiscati per l’inclusione sociale, lo sviluppo e la coesione territoriale. La provincia con più beni confiscati e in uso è Reggio Calabria, mentre la provincia con meno beni utilizzati è quella di Vibo Valentia, dove solo un immobile su 90 è affidato al terzo settore. Il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, ha evidenziato che “c’è anche un problema di diffidenza nell’utilizzo dei beni, che può essere superato se le istituzioni prestano particolare attenzione a questo aspetto. Lo Stato gioca la propria credibilità sull’utilizzo dei beni e i problemi vanno affrontati e risolti affinché le associazioni si sentano sicure nel farne richiesta e nell’utilizzarli”.
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