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“Catanzaropoli”, lunedì al via gli interrogatori

CATANZARO “Catanzaropoli” ritorna e lo fa prepotentemente. L’inchiesta che poco più di un anno fa spazzò via l’intera giunta comunale del capoluogo di regione si arricchisce di un nuovo capitolo do…

Pubblicato il: 15/04/2015 – 17:47
“Catanzaropoli”, lunedì al via gli interrogatori

CATANZARO “Catanzaropoli” ritorna e lo fa prepotentemente. L’inchiesta che poco più di un anno fa spazzò via l’intera giunta comunale del capoluogo di regione si arricchisce di un nuovo capitolo dopo che il gip Ilaria Tarantino ha respinto, ieri, la richiesta di custodia cautelare in carcere per il colonnello della Polizia municipale Salvatore Tarantino e quelle di arresti domiciliari per due ex assessori catanzaresi già coinvolti nella vicenda, Massimo Lomonaco e Stefania Lo Giudice, oltre che per il comandante dei Vigili Urbani, Antonio Salerno.

Da lunedì, intanto, gli indagati (14 in tutto per questo filone di inchiesta, tra i quali il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, e il consigliere comunale e regionale di Forza Italia, Domenico Tallini), sfileranno in Tribunale per rispondere alle accuse mosse dal pm Gerardo Dominijanni, accuse che vanno dall’abuso di ufficio, alla corruzione, passando per la concussione e soppressione, distruzione e occultamento di atti amministrativi.
Il filone a cui si fa riferimento infatti, è quello che era scaturito dopo la prima tranche di indagini sulle firme false nella presentazione della lista “Per Catanzaro” capitanata da Massimo Lomonaco, alle scorse elezioni amministrative del 2012.
Durante l’attività degli inquirenti, grazie alle intercettazioni telefoniche, si era arrivati a scoprire una presunta rete di favori e interessi che andava dalle multe per divieto di sosta annullate ai consiglieri di maggioranza e alle loro famiglie, concessione di favori amministrativi in cambio di favori sessuali, fino ad arrivare all’interessamento su appalti su lotti demaniali come l’area di Giovino, nel quartiere marinaro di Catanzaro.

Nel mirino della Procura, anche la gestione delle autobotti che rifornirono di acqua la città in seguito all’alluvione del novembre 2013: anche lì, la “cricca”, secondo l’accusa, aveva inteso estendere il proprio controllo favorendo amici e parenti.
In seguito alle indagini di questo filone e di quello principale relativo alle irregolarità nel voto, il sindaco Abramo ritirò le deleghe alla sua giunta di allora in cui comparivano proprio Lomonaco e Lo Giudice.

ale. tar.

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