REGGIO CALABRIA L’Italia e le regioni del Sud si stanno impegnando e stanno operando bene, ma possono e devono fare di meglio, anche perché sul Paese è in arrivo una pioggia di miliardi – 32,2 per la precisione – che possono e devono essere spesi in primo luogo per ricucire i gap infrastrutturali e sociali fra Meridione e Settentrione. È questo in sintesi il giudizio finale della commissaria europea per la Politica regionale, Corina Cretu, oggi in visita a Reggio Calabria, «significativamente scelta» – dice – come prima tappa della sua prima visita in Italia. Archiviata in breve la visita al Museo Archeologico Nazionale, per la Cretu è stata una mattinata serrata di riunioni che insieme alla commissaria hanno visto attorno a un tavolo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, il ministro Graziano Delrio e i presidenti delle Regioni Calabria e Sicilia, Mario Oliverio e Rosario Crocetta. Un vertice riservatissimo di più di due ore, da cui i protagonisti escono con i visi tirati per relazionare sulla prima parte dei lavori della giornata.
ITALIA IN RITARDO, L’UE BASTONA IL GOVERNO E IL SUD
La commissaria sceglie l’italiano per salutare la platea – diversi consiglieri regionali, politici, giornalisti – poi passa all’inglese per andare al nocciolo della questione: «I programmi operativi regionali e il programma nazionale mobilità 2007-2013 hanno già utilizzato una parte delle risorse che erano state allocate allo scopo per questo periodo, ma il tasso di utilizzazione dei fondi europei in Italia è al di sotto della media. Secondo le stime della Commissione questi programmi arrivano a coprire circa i due terzi dei fondi elargiti all’Italia. Sono stati fatti indubbiamente enormi progressi soprattutto grazie al “Piano di azione e di coesione”, ma rimangono solo otto mesi per poter utilizzare le risorse restanti nei tempi stabiliti».
QUATTRO PIANI D’AZIONE PER MONITORARE FONDI E PROGETTI
Una lotta contro il tempo che l’Italia vuole vincere, riconosce la commissaria Ue, ricordando che di concerto con Bruxelles «il governo ha deciso di mettere in campo quattro piani d’azione – uno per ogni programma – per assicurare che tutte le risorse vengano utilizzate in maniera appropriata e per la creazione di posti di lavoro». Piani – spiega la segretaria – che prevedano traguardi parziali per verificare il progresso finanziario, facilitare l’implementazione dei progetti e, nel caso dei tre programmi regionali, l’introduzione di una revisione finale quando necessaria. «La commissione è pronta a discutere di tutte le proposte in dettaglio, ma qualsiasi azione venga intrapresa deve rispettare regole e obiettivi delineati all’interno di ogni singolo programma», avverte Cretu, che però assicura: «L’Italia non è sola in questa impresa, è parte di un programma molto più ambizioso a livello europeo che coinvolge altri sette stati membri. In ogni caso, la commissione è fiduciosa nella capacità dei quattro piani d’azione di aiutare l’Italia a recuperare il tempo perduto e realizzare quegli investimenti che possono assicurare crescita e occupazione alle regioni del Sud».
FONDI SBLOCCATI, TRA SPERANZE E PROMESSE
Ma insieme ai rimproveri e alle sollecitazioni a fare di più e meglio, Cretu è latrice anche di una buona notizia che arriva dritta da Bruxelles. «Sono felice di poter annunciare che dopo due anni sono stati sbloccati i fondi per lo sviluppo regionale (Fesr) del Por Calabria – relativi ai bandi 2007-2013 e bloccati nel lontano 2012 per carenza di controlli –. Si tratta di circa 800 milioni che saranno investiti in particolare nel settore di trasporti e per migliorar il sistema viario». Un traguardo già in passato annunciato dal presidente della Regione Mario Oliverio e che oggi sembra diventare concreto, che – spiega il sottosegretario De Vincenti – si inscrive nel percorso di razionalizzazione e messa a frutto dei finanziamenti Ue voluto dal governo, che anche allo scopo ha istituito l’ormai nota cabina di regia. «La struttura di governance che abbiamo realizzato negli ultimi mesi – puntualizza – ci consentirà di lavorare per completare la programmazione per il periodo 2007/2013. Questa mattina abbiamo lavorato sulle criticità relative a questo periodo, mentre nel pomeriggio ci occuperemo dell’impostazione dei programmi per il periodo 2014- 2020 e sugli indirizzi innovativi che abbiamo iniziato a dare in questi anni di governo». Criticità – dice il sottosegretario – affrontate «con grande spirito di consapevolezza da parte di tutti e constatando anche i grandi recuperi che abbiamo fatto. Siamo al 70 % dell’utilizzo dei fondi, nel 2011 eravamo al 15 %. Questi sono stati i risultati raggiunti grazie alla collaborazione istituzionale fra governo centrale, regioni e commissione europea, ma non ci bastano e siamo determinati a migliorarli». Sul punto, una parola la vuole spendere anche Delrio: «Abbiamo già raggiunto – ha sostenuto il ministro delle Infrastrutture – ottimi obiettivi di spesa dei fondi comunitari nel 2014 e stiamo lavorando per continuare a usare i fondi di coesione che sono importantissimi per dare sviluppo e lavoro al Sud e al Paese, che lo meritano e per fare in modo che l’Italia faccia dimenticare un’immagine di sé segnata da una spesa lenta e inefficace dei fondi». Obiettivo numero uno, continua il ministro, saranno viabilità e trasporti: «Abbiamo già programmato interventi sulla rete infrastrutturale siciliana, quelli per la velocizzazione della linea adriatica e tirrenica, il potenziamento della linea merci Gioia Tauro-Taranto, nonché la manutenzione di tutta la rete autostradale. Abbiamo delle sfide molto forti come il completamento della Salerno-Reggio Calabria. Interventi importanti per far superare al Paese lo storico gap infrastrutturale che divide Nord e Sud, oggi possibili grazie al combinato disposto dei fondi europei e di quelli infrastrutturali del governo che devono essere destinati ad aprire cantieri non a pagare i debiti strutturali o le spese correnti delle regioni o a produrre burocrazia. Dobbiamo cogliere quest’occasione perché non ci sarà un altro settennato così ricco». Il tempo è poco e il lavoro da fare molto ma – tuona il ministro quando Cretu ribadisce che non ci sarà deroga alcuna e che entro il 31 dicembre bisognerà impegnare tutti i fondi – «il governo italiano non ha chiesto alcuna proroga. L’orgoglio nazionale si deve esprimere anche dimostrando che siamo capaci di rispettare le scadenze. Non siamo il Paese delle proroghe. Diciamo che se spendessimo tutti i fondi avremmo un aumento del Pil del 2, 5%, che vorrebbe dire occupazione, lavori, cantieri che partono, quindi rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci con disciplina al lavoro. Anche se l’impresa è molto ardua, si può fare».
IL BUBBONE SUD
Un entusiasmo forse in parte smorzato da Cretu, che sintetizza: «Ho apprezzato molto il lavoro che è stato fatto dai presidenti delle Regioni del Sud per colmare questo divario, ma il 90% dei fondi che sono a rischio di perdita sono concentrati nelle regioni meno sviluppate – Calabria, Campania, Sicilia, ma anche Basilicata e Puglia – ed in particolare nel settore dei Trasporti e delle Infrastrutture, dunque credo sia stato estremamente significativo che la mia visita sia partita proprio da qui». Anche perché, continua la commissaria UE, «nei prossimi sette anni l’Italia riceverà più di 32 miliardi di fondi Ue, dei quali oltre 22 miliardi saranno destinati alle regioni più disagiate del Sud. È una mole importante di fondi, l’Italia sarà il paese che riceverà più finanziamenti dopo la Polonia, quindi credo sia molto importante capire che tipo di progetti l’Italia prenderà in esame per queste regioni e quali potrebbero avere maggior successo per colmare il gap con il Nord Italiane risolvere il problema della disoccupazione giovanile, che nelle regioni come Campania, Calab
ria e Sicilia supera il cinquanta percento». Ovviamente – precisa – l’Ue è consapevole che i fondi sono nel mirino della criminalità organizzata, come di problemi che a questa infiltrazione sono relativi, ed è anche per questo che «la realizzazione dei progetti cui sono destinati è monitorata dagli organi europei, come nazionali». Ma anche a Bruxelles potrebbero essersi che troppe volte tali controlli non si sono dimostrati pienamente efficaci, dunque probabilmente anche per questo «abbiamo accolto la proposta di creazione di un’agenzia anticorruzione avanzata dal ministro Delrio».
«SPENDERE I FONDI UE ANCHE PER L’EMERGENZA MEDITERRANEO»
Ma la sua visita, sottolinea la commissaria Cretu, che domani sarà in Sicilia, «è pensata anche per mostrare la solidarietà dell’Unione Europea nei confronti delle persone che hanno perso la vita nel canale di Sicilia. Oggi è una giornata particolarmente significativa perché proprio oggi il Consiglio europeo si è riunito per prendere in esame possibili soluzioni e immaginare interventi mirati a salvare più gente possibile. In questo senso, posso solo lodare il governo italiano per gli sforzi fatti per dare sistemazione ai tanti migranti legali, adesso però bisogna trovare una soluzione per tutti i migranti che arrivano illegalmente. Ma questo non è un problema italiano, ma europeo». Proprio oggi – conclude – «il Consiglio europeo sta esaminando il piano in dieci punti dal commissario Adrianopulos, insieme all’alto rappresentante Federica Mogherini, che sicuramente verrà approvato. Comunque io a nome dell’Ue invito all’utilizzo dei fondi Ue anche per trovare una soluzione al problema nei paesi di approdo».
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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