LAMEZIA TERME Un passo alla volta. Con molta calma. E, soprattutto, con tanti paradossi. Va avanti così l’iter che dovrebbe portare all’accorpamento delle cinque Aterp calabresi in un’unica azienda regionale. L’unificazione è stata disposta con una legge approvata ormai due anni fa (la numero 24 del 16 maggio 2013) ma, ancora oggi, il riordino del settore dell’edilizia residenziale pubblica per come previsto dalla legislazione regionale é tutt’altro che compiuto. I vertici di Palazzo Alemanni hanno indicato il 31 luglio come data entro cui portare a termine l’iter, intanto, però, lunedì scorso è stato notificato alle vecchie Aterp (i «distretti territoriali») il decreto con cui il dirigente del dipartimento regionale Lavori pubblici, Domenico Pallaria, ha nominato – in data 2 aprile, quindi 20 giorni prima della notifica – i cinque «referenti» delle aziende provinciali. Si tratta di Ugo Gardini (Catanzaro), Nicola Santilli (Crotone), Giuseppe Raffele (Vibo), Giuseppe Redente (Reggio), Domenico D’Ambrosio (Cosenza): sono tutti dipendenti di ruolo nelle aziende di appartenenza tranne, stranamente, quello dell’Aterp di Cosenza – dipendente della Regione – dove, evidentemente, secondo il dipartimento non c’era nessun “interno” adatto a ricoprire l’incarico.
Ma il problema è un altro: Pallaria, come da indicazione della giunta regionale, li ha nominati «referenti» ma, di fatto, non hanno alcun potere. Non possono deliberare e, soprattutto, non possono rappresentare legalmente l’ente di cui sono referenti. La loro funzione, insomma, si ridurrà a quella di semplici “passacarte” del commissario dell’Aterp regionale, ruolo ricoperto dallo stesso Pallaria che, a sua volta, ha delegato a tale funzione Antonio Capristo, burocrate regionale vicino ai fratelli Gentile – fino a lunedì scorso di fatto anche commissario straordinario dell’Aterp di Cosenza.
Un labirinto amministrativo intricato, quindi, che però finisce per condurre sempre a dirigenti e funzionari già cari al centrodestra scopellitiano ma, evidentemente, capaci in poco tempo di conquistare la fiducia del governo di centrosinistra.
Al di là del dato politico, non proprio in linea con la rivoluzione burocratica annunciata da Oliverio, resta però un nodo altrettanto intricato da sciogliere: chi sarà il rappresentante legale delle Aterp provinciali fino alla definizione dell’iter di accorpamento? Chi firmerà gli atti necessari alla naturale prosecuzione della vita amministrativa di questi enti? Chi firmerà la delega per costituirsi in giudizio nei contenziosi legali? Chi, eventualmente, prorogherà i tanti contratti di collaborazione (pre e post elettorali) siglati negli ultimi mesi?
Il commissario unico, si dirà, ma l’azienda regionale ad oggi esiste solo sulla carta, e a confermarlo è la stessa giunta che, infatti, ha individuato il 31 luglio come data entro cui sarà completato l’accorpamento. Il problema è tuttora irrisolto e non è dato sapere se il governatore ne abbia piena contezza, ma tra le soluzioni che si starebbero vagliando in queste ore potrebbe esserci un’ulteriore “perla” amministrativa: pare che tra il dipartimento e la giunta stia circolando l’ipotesi di nominare lo stesso Capristo a capo delle cinque aziende provinciali. Sarebbe un record per il burocrate di fede gentiliana che, a questo punto, potrebbe diventare addirittura un penta-commissario.
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it
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