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"Programma stages", le promesse tradite di Oliverio e Guccione

CATANZARO Gli “stagisti” erano arrivati in consiglio regionale convinti che quel tanto agognato “emendamento” alla Finanziaria ci sarebbe stato. E invece no. I 320 laureati dell’ormai fantomatico “…

Pubblicato il: 24/04/2015 – 10:09
"Programma stages", le promesse tradite di Oliverio e Guccione

CATANZARO Gli “stagisti” erano arrivati in consiglio regionale convinti che quel tanto agognato “emendamento” alla Finanziaria ci sarebbe stato. E invece no. I 320 laureati dell’ormai fantomatico “Programma stages 2008” non hanno trovato nessuna buona notizia tra le pieghe burocratiche dell’ultima manovra. Nonostante le rassicurazioni della politica, che aveva garantito almeno una proroga di 6 mesi ai contratti. Martedì scorso, prima dell’inizio dei lavori sul bilancio, il governatore Oliverio ha incontrato una loro piccola delegazione, un rapido e informale faccia a faccia davanti ai banconi del bar della buvette del Consiglio.
«Sto facendo di tutto per definire nuovi progetti per utilizzarvi», ha spiegato il presidente al gruppo di ex stagisti che chiedeva risposte immediate. E che ha lasciato Palazzo Campanella con mestizia: «Non crediamo più a niente – hanno sbottato –, veniamo da mesi di tavoli tecnici con l’assessore Guccione, il dirigente De Marco e il presidente del Consiglio Scalzo. Ci avevano promesso, alla presenza della Cgil, un emendamento nella Finanziaria, ma non è stato inserito perché non ci sono le coperture». Dunque, nessuna certezza, al momento, per i laureati con 110 e lode che, dopo aver lavorato al servizio degli enti locali calabresi (in qualità di avvocati, medici, amministrativi, architetti), da un anno e mezzo si ritrovano senza uno straccio di contratto.

 

DELUSIONE
Lo stop alle loro collaborazioni era stato decretato dall’ex governatore Scopelliti. Con l’avvento di Oliverio alla guida della Regione, gli ex stagisti avevano i loro buoni motivi per alimentare qualche nuova speranza. Anche perché l’allora presidente della Provincia di Cosenza si era speso molto – a parole – per la loro causa.

Siamo al 22 giugno 2013. Oliverio, dopo aver incontrato i lavoratori, scrive al suo futuro predecessore e al presidente del consiglio regionale del tempo, Franco Talarico. L’appello è accorato: nella lettera chiede «che venga affrontato il tema della già avvenuta scadenza contrattuale dei vincitori del concorso per titoli del Programma stages 2008. Tali professionalità, meritocraticamente reclutate, hanno speso le proprie energie nelle amministrazioni publbiche calabresi, contribuendo in modo determinante alle performance amministrative». L’auspicio è che «l’amministrazione regionale garantisca, mediante il reperimento dei fondi necessari, una proroga dell’esperienza professionale fin qui maturata, con la prospettiva della futura adozione di provvedimenti risolutivi a lungo termine».

Non sarebbe stato un intervento “assistenzialista”, perché per Oliverio «la soluzione della vicenda per un verso contribuirebbe alla mitigazione della grave crisi occupazionale e, per altro verso, valorizzerebbe tali professionalità per migliorare le prestazioni e i servizi dell’amministrazione pubblica». Ancora più esplicita la sua presa di posizione lo scorso 25 settembre, a due mesi dall’elezione in Regione. Oliverio stavolta si affida a Facebook. E promette: «Assicuro che continuerà il mio impegno, per come esplicitato più volte, perché questo ricco patrimonio di esperienze e professionalità non venga disperso. La politica deve assumersi le proprie responsabilità». E deve farlo in tempi brevi, Mario dixit: «L’amministrazione regionale ha il dovere di garantire provvedimenti risolutivi immediati». Parole al miele, enunciazioni melliflue.

 

GUCCIONE BARRICADERO
È un po’ la stessa contraddizione in cui si trova Carlo Guccione, prima consigliere d’opposizione barricadero, oggi timido assessore al Lavoro, capo del dicastero da cui potrebbe dipendere una ricollocazione dei laureati del “Programma”. Guccione, il 29 giugno 2013, subito dopo l’assestamento del bilancio di previsione della Regione, sparava a palle incatenate contro l’amministrazione di Scopelliti, colpevole di snobbare le istanze degli stagisti. Una vicenda che «si è appalesata in tutta la sua ipocrisia nel corso del dibattito scaturito dopo la presentazione e l’illustrazione dell’emendamento che chiedeva di destinare 500mila euro per garantire la continuazione del programma, in attesa di trovare soluzioni definitive per continuare a utilizzare la professionalità e le capacità di questi giovani nella pubblica amministrazione calabrese. Sia dal dibattito che dal voto sull’emendamento è emerso con chiarezza il dato che la giunta regionale non ha voluto tenere in nessun conto l’ottimo lavoro svolto nelle commissioni per addivenire a una soluzione, evidentemente perché già convinta a monte di porre definitivamente fine a questa importante esperienza». Amareggiato, Guccione si augurava che potesse «essere convocata, a breve, un’apposita seduta del consiglio regionale che affronti le modalità e i tempi per garantire la copertura finanziaria per tutti i lavoratori precari che lavorano per conto della Regione Calabria, individui un percorso chiaro e una prospettiva certa per i giovani stagisti e metta in campo tutte le risorse comunitarie per l’occupazione e il lavoro sia di competenza della Regione che provenienti dalle nuove opportunità che possono scaturire dalle decisioni del governo nazionale per creare nuovo lavoro e nuovo sviluppo».

Poco meno di due anni dopo, l’assessore Guccione – che, da consigliere, aveva firmato un gran numero di mozioni e interrogazioni a favore degli stagisti – non sembra più ritenere così urgente la soluzione della loro vertenza.

 

LA STORIA DEL PROGRAMMA
Il “Programma stages” partì nel 2008 come iniziativa per il rinnovo della pubblica amministrazione calabrese. Furono selezionati centinaia di dottori – tutti, obbligatoriamente, laureati con 110 e lode – per due anni di tirocinio retribuito negli enti locali regionali. L’investimento era sostanzioso: 3 milioni e 700mila euro. Oggi, nonostante i ripetuti incontri con il presidente del Consiglio Scalzo, lo stesso assessore Guccione, i sindacati e i vertici del dipartimento Lavoro, i laureati sono ancora a casa. Sono ancora “ex” stagisti.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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